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SANT’ANGELO DI BROLO – Vertenza precari: “Rischiamo sulla nostra testa una catastrofe sociale!”

SANT’ANGELO DI BROLO – Vertenza precari: “Rischiamo sulla nostra testa una catastrofe sociale!”
Dicembre 20
12:19 2014

La vertenza dei precari degli enti locali non si sblocca e il Sindaco di Sant’Angelo di Brolo, Basilio Caruso, è ritornato alla carica, questa volta con una lettera inviata al Presidente del Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente del Senato della Repubblica, al Presidente della Camera dei Deputati, al Presidente della Regione e al Presidente dell’Assemblea regionale Siciliana.

La stessa missiva, con una nota di accompagnamento, è stata inoltrata a tutti i sindaci della Sicilia, affinché la facciano propria e mettano in piedi, tutti insieme, una grande iniziativa rivendicativa per potere continuare ad assicurare servizi ai cittadini, la funzionalità degli enti locali e bloccare quello che sarebbe un vero disastro sociale se, oltre 20 mila lavoratori, dovessero perdere il posto si lavoro.

“Mentre mancano pochi giorni alla fine del 2014 e alla scadenza dei contratti di diritto privato stipulati negli anni precedenti – ha scritto Caruso – in Sicilia si brancola nel buio e non vi è alcuna certezza, né sui percorsi di assunzione a tempo indeterminato, né sulla possibilità concreta di prorogare i rapporti di lavoro in essere. Vale la pena di ribadire che nessun ente locale sarà nella condizione, non solo di assicurare i servizi, ma nemmeno di garantire le funzionalità insite nei compiti istituzionali che la Costituzione e le leggi attribuiscono ai comuni. A ciò si aggiunge il disastro sociale che si verrebbe a produrre qualora, dopo oltre vent’anni di lavoro prestato per le pubbliche amministrazioni, oltre 20 mila lavoratori dovessero ritrovarsi all’inizio del 2015 senza una occupazione”.

Un forte senso di sottovalutazione Caruso lo esprime nella lettera inviata ai sindaci dell’Isola. “L’eccesso di ottimismo che continuiamo a dimostrare, frutto delle precedenti esperienze, oggi – visto il contesto nazionale e internazionale – è ingiustificato. In assenza di adeguate iniziative da parte nostra, rischiamo di trovarci con una catastrofe sociale sulla testa – basta vedere quanto avvenuto di recente al Comune di Bagheria – perché i lavoratori e i cittadini, giustamente, riconoscono, quale unica istituzione, la municipalità. Inoltre, ci troveremmo a dovere, non solo sospendere una infinità di servizi essenziali, ma anche sopportare le legittime rivendicazioni da parte dei nostri concittadini che quotidianamente intrattengono rapporti con i comuni.

Redazione

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

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