SANT’AGATA MILITELLO – Ritiro di Avvento delle famiglie della diocesi di Patti
Nell’Istituto “Zito” di Sant’Agata Militello, per iniziativa del Servizio di Pastorale Familiare, si è tenuto il ritiro di Avvento delle famiglie della diocesi di Patti, avente per tema “…in attesa del grande dono. Incontrare è condividere”, “un tempo – come ha sottolineato il Vescovo Guglielmo Giombanco – per fermarsi e mettersi in ascolto in preparazione al Natale”.
Dopo il momento di preghiera guidato da don Calogero Tascone e la “presentazione” di Angelo e Patrizia Morabito, direttori del Servizio di Pastorale Familiare diocesano, il Vescovo ha dettato la meditazione con una lettura, “calata” nella famiglia, del brano evangelico dei discepoli di Emmaus. “Ogni famiglia cristiana – ha esordito – vive un cammino insieme a Gesù, lo sente vicino, si fa interpellare da lui”.
Si è, quindi, soffermato sull’incontro dei due discepoli con Gesù che “li lascia sfogare circa la delusione di ogni aspettativa non realizzata secondo i loro progetti. Poi, Gesù pone delle domande e comincia a parlare, aprendo uno spiraglio di luce nel cuore dei due, perché pronuncia parole di speranza e di vita. I discepoli lo riconoscono con gli occhi del cuore e lo accolgono e desiderano che resti per sempre con loro”.
Monsignor Giombanco ha, quindi, proposto tre parole fondamentali per la famiglia: incontro, ascolto, accoglienza. “Oggi – ha specificato – non è facile vivere questi tre atteggiamenti nelle famiglie, perché molte famiglie non fanno esperienza di un cuore che arde, a causa magari di stanchezze, difficoltà, delusioni. Gesù chiede ai due discepoli; di che cosa state parlando ? Noi potremmo chiederci: di che cosa stiamo vivendo ?” “La relazione – ha aggiunto il Vescovo – inizia con l’ascolto di ciò che le persone portano nel cuore, in cui ciascuno di noi custodisce sentimenti, matura progetti, nutre desideri. Il linguaggio del cuore è quello dell’amore, non della razionalità fredda. Sull’esempio di Gesù, che parla con tutti, anche con persone difficili, in famiglia occorre imparare l’arte della conversazione, per far ardere il cuore, perché, altrimenti, il cuore resta freddo e non riesce ad amare. Non dobbiamo parlare di amore, ma amare”.
Un altro tema toccato è stato quello della speranza “che viene dal Risorto e fa rinascere la vita, trasforma la tristezza in gioia, genera amore. Speranza non che tutto vada bene ma che le nostre vite abbiano un significato. L’incontro con Gesù fa ritrovare al comunità”.
“Le famiglie – ha esortato il Vescovo – devono tornare all’origine, alla motivazione con cui sono nate, nella reciprocità dell’amore. Deve esserci il desiderio di narrarsi, di incontrarsi, di avere sguardi luminosi verso gli altri”. “Gesù – ha concluso monsignor Giombanco – non impone il passo; lo uniforma a quello dei discepoli. In famiglia bisogna mettere i propri passi l’uno accanto all’altro. E’ vero, il cammino non è facile ma se ci si impegna i frutti ci saranno e fiorirà la vera gioia”.
La meditazione del Vescovo Guglielmo ha suscitato una serie di risonanze da parte dei presenti, creando uno scambio ricco e coinvolgente. Sono state poi presentate alcune iniziative del Servizio di Pastorale Familiare, con la proposta di due sussidi per la preghiera in famiglia in occasione del Natale (“Invitiamo Gesù a casa nostra”) e per un cammino successivo (“L’arte del conversare”), e una per l’Epifania, con la preparazione, in ogni comunità parrocchiale, del pranzo per le famiglie meno abbienti.
Il ritiro si è concluso con la celebrazione della messa nel Palauxilium.
Nicola Arrigo
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