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SAN PIERO PATTI – Tradotti 2150 termini dialettali, in mesi di lavoro, per riscoprire le origini linguistiche sampietrine

SAN PIERO PATTI – Tradotti 2150 termini dialettali, in mesi di lavoro, per riscoprire le origini linguistiche sampietrine
Marzo 20
13:20 2018

Duemilacentocinquanta: questo è l’impressionante numero di termini dialettali che un sampietrino, in mesi di lavoro, ha minuziosamente trascritto, a mano, in un accurato lavoro mnemonico di selezione e traduzione.

L’originale idea è di Enrico Giuttari, ebanista noto in paese per i suoi tanti progetti che spaziano dalla realizzazione dei suoi manufatti artigianali alle diverse manifestazioni legate alla promozione del territorio, il quale , già ben 35 anni addietro e riprendendo oggi, si è lanciato in questo nuovo ed interessante lavoro sul dialetto di San Piero Patti.

Nella raccolta, Giuttari, ha annoverato – rigorosamente in ordine alfabetico – i suoi “ricordi linguistici”. Questa sorta di dizionario, infatti, comprende termini antichi oramai quasi scomparsi del tutto nell’uso del comune parlare o scrivere della comunità locale che, come noto, colloca le proprie radici lessicali nella lingua gallo-italica. Le altre , nella provincia di Messina, sono: San Fratello, Acquedolci, Novara di Sicilia, Fondachelli-Fatina e Montalbano Elicona.

Ed è stata proprio la volontà di salvaguardare e trasmettere, soprattutto alle giovani generazioni, questo ingente patrimonio immateriale – che è costituito dal nostro dialetto, che rispecchia la nostra storia, la nostra memoria, la nostra cultura e le nostre tradizioni – che ha spinto Giuttari a realizzare questo progetto linguistico. Una sorta di omaggio ma anche tentativo, cristallizzato su carta, di evitare la scomparsa di questa antica e preziosa testimonianza storica e glottologica siciliana che, nell’era della globalizzazione, rischia di andare irrimediabilmente perduta.

Cosa contiene questa raccolta? Una sterminata varietà di termini che, abbracciando diversi campi e settori, traducono dal dialetto all’attuale lingua italiana, termini e modi di dire oramai in disuso.

Ed allora, sarà possibile scoprire come, ai tempi dei nostri avi, venivano definiti: le varie parti del corpo; i diversi titoli nobiliari e di distinzione sociale; i nomi di animali; quelli dei santi protettori; degli utensili da lavoro; dei giochi; delle unità di misura locali e tanto ancora.

Quanti di noi sanno cosa si intendeva con i seguenti termini ? I Prunell ( gli occhi) , lccha piatti ( l’ indice della mano); i gbern ( i seni delle donne). Ed ancora chi veniva definito un “ lampachucchia”? A chi era riservato il l’appellativo Voscienza? Na cozza o na sciamarella cosa identificavano? I gra-gnò-la o lèn-z cosa sono?

Grazie al paziente impegno di Enrico Giuttari il passato, ora, è alla portata di chi avesse la curiosità e la voglia di riscoprire le origini storico-linguistiche locali . L’artigiano redattore, infatti, mette a disposizione della comunità sampietrina questo suo interessante archivio che, pertanto, potrà essere consultando su richiesta.

Un dono, costituito da queste perle di memoria, stilato affinchè non si dimentichi da dove veniamo per comprendere chi siamo e dove andremo anche in termini linguistici.

 

 

 

Sara Gaglio

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.