SAN PIERO PATTI – Spegne 100 candeline Francesco Di Dio Masa: uno dei prigionieri e reduci sampietrini della seconda guerra mondiale
La comunità di San Piero Patti ha festeggiato, in questi giorni, un longevo concittadino: il centenario Francesco Di Dio Masa.
Classe 1918, l’orami bisnonno Francesco ha , infatti, spento le sue 100 candeline lo scorso 25 gennaio attorniato dall’affetto della sua famiglia che, per la grande occasione, si è riunita dando vita ad un gioioso pranzo in suo onore.
Francesco Di Dio Masa, secondogenito di quattro figli (2 maschi e due donne), è padre di Pietro, nonno di Gianluca e Francesco e bisnonno del piccolo Pietro: quattro generazioni nate e da sempre vissute nel comune nebroideo.
Una vita dedicata al duro lavoro nei campi ed agli affetti quella vissuta sinora dal festeggiato il quale, in gioventu, ha anche affrontato in prima persona una sofferta parentesi: il dramma della guerra e della prigionia. Sì perché il centenario è uno dei 45 sampietrini reduci del secondo conflitto mondiale.
Il 3 aprile del 1939, il 21enne Di Dio Masa fu, infatti, chiamato alle armi e, dopo sei mesi, trasferito da Palermo in Albania. Sbarcato a Durazzo, raggiunse Tirana dove venne assegnato – per tre anni – al settore mensa per occuparsi della spesa viveri per il suo reggimento. Nel ’42 fu trasferito ad Atene , città che lasciò , dopo qualche giorno, per dirigersi sull’isola di Cefalonia per ricoprire il ruolo di radio telegrafista. Nei primi giorni del settembre del 1943, il giovane soldato venne richiamato ad Atene per riparare un guasto ad una radio militare e qui – territorio occupato dai tedeschi colpevoli di innumerevoli massacri anche degli italiani presenti -venne catturato dal nemico. Il prigioniero sampietrino, in un primo momento, venne deportato a Bromberg ( Polonia) e poi in Germania. Dopo circa un anno di dura sopravvivenza nel campo, nell’agosto del ’44 Francesco Di Dio Masa , stremato dalle sofferenze e dagli stenti, si offrì volontario ed accettò l’incarico propostogli da una famiglia tedesca di civili che ricercava manodopera per accudire i cavalli e coltivare i campi. Dopo un anno di lavoro , riuscì a scappare e, nell’agosto del 1945, rientrò in Italia presentandosi presso il Distretto Militare di Messina; si congedò illimitatamente dopo 60 giorni di licenza.
Un’affascinante storia quella di Francesco di Dio Masa che, portandosi addosso i segni della guerra, ha vissuto, in seguito, anche l’emigrazione all’estero per motivi di lavoro, trascorrendo alcuni anni in Germania come molti suoi concittadini del tempo , per poi fare rientro definitivamente nella sua San Piero Patti.
L’odierno traguardo raggiunto è stato doppiamente festeggiato: una prima volta, come già detto, alla presenza del nucleo familiare nel giorno della ricorrenza ed un’altra con i componenti della Confraternita di Maria SS. del Rosario della Parrocchia di San Piero Patti ( guidata da padre Angelo Parisi) della quale Di Dio Masa è stato presidente – sino a qualche anno addietro – a partire dall’ adolescenza quando suo padre gli lasciò il crocifisso e, quindi, il “testimone”.
Al sig. Francesco Di Dio Masa, vivace nonnino in splendida forma, sono giunti gli auguri da parte di tutto il paese nebroideo.
Sara Gaglio