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SAN PIERO PATTI – ”CARA, no grazie”: il Consiglio decide che Villa Marià rimanga solo una Casa di Riposo  

SAN PIERO PATTI – ”CARA, no grazie”: il Consiglio decide che Villa Marià rimanga solo una Casa di Riposo  
Gennaio 23
18:25 2015
l’imprenditore orlandino Cono Galipò

l’imprenditore orlandino Cono Galipò

Come previsto,  a San Piero Patti quello di mercoledì è stato un lungo e dibattuto Consiglio Comunale. Del resto, dato l’argomento principale all’ordine del giorno, diversamente non avrebbe potuto essere. Il civico consesso sampietrino, infatti, si è riunito, nel pomeriggio di ieri e sino a tarda notte, per discutere nuovamente sulla Casa di riposo comunale “Villa Marià”, la cui gestione – affidata alla Cooperativa Servizi Sociali guidata dall’imprenditore orlandino dott. Cono Galipò – scadrà il 31 gennaio.

Come oramai risaputo, la Cooperativa, date le ingenti perdite registrate negli ultimi anni e per risanare la situazione economica e proseguire nella gestione, aveva proposto all’Amministrazione un progetto che prevedeva, tra l’altro, l’autorizzazione ad allocare, in una parte dell’immobile, soggetti extracomunitari richiedenti asilo politico.

Un’apposita commissione, formata da rappresentanti dell’Amministrazione, consiglieri e dallo stesso presidente della Cooperativa, era stata istituita nel novembre scorso per vagliare la proposta ed analizzarne i dettagli.

Ieri sera lo schema di convenzione presentato è stato però bocciato dalla maggioranza dei consiglieri comunali. Il loro secco diniego è stato motivato, principalmente, dal fatto che il Centro che si sarebbe costituito, per quanto e come scritto nello schema ( peraltro non firmato da tutti i componenti della commissione), sia a tutti gli effetti un C.A.R.A: una struttura di primo livello e di prima accoglienza, destinata ad ospitare migranti extracomunitari adulti, minori e famiglie giunti in Italia irregolarmente e non identificati, che intendono chiedere la protezione internazionale. San_Piero_Patti_Consiglio_Comunale_002

Cosa diversa quindi dal Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) – prima prospettato ma poi accertato dalla commissione non realizzabile in San Piero Patti – che, invece, accoglie soggetti già identificati e garantisce interventi di “accoglienza integrata” che superano la sola distribuzione di vitto e alloggio, prevedendo in modo complementare anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico.

San_Piero_Patti_Consiglio_Comunale_002Le remore principali dei consiglieri di Progetto Paese; degli indipendenti Ballotta e Pagliazzo e del gruppo “Orgoglio, Impegno e Libertà” – vistosamente dibattuti in quanto bocciare la proposta di Galipò sembrerebbe non garantire più i posti di lavoro degli operatori impiegati nella casa di riposo e, pertanto, determinare la chiusura stessa della struttura – sono sostanzialmente legate alla natura stessa di questo tipo di centri definiti CARA negli quali- come già detto- si accolgono soggetti non ancora identificati che potrebbero minare la tranquillità e gli equilibri dell’intera comunità che – nonostante non sia stata ufficialmente interpellata – appare fortemente divisa sull’argomento.

Nessun preconcetto razziale ha ovviamente influito sulla decisione del consiglio, ma solo un senso di responsabilità nei confronti dei sampietrini; inoltre, e qui prende forma la proposta alternativa presentata e poi votata dagli 11 suddetti consiglieri ( sfavorevoli solo Salvatore Taranto; Nunzio Tricoli; Gino Gulino e Angela Paladina), la convinzione che la casa di riposo, affinché rimanga tale e non ne venga modificata la destinazione, possa risalire la china integrando al suo interno servizi da erogare anche all’utenza esterna: lavanderia; trasporti in paese e nelle frazioni; assistenza domiciliare; servizio mensa; ecc. In sostanza i consiglieri hanno espresso la volontà che si predisponga un progetto di riqualificazione della struttura, fiore all’occhiello in ambito, senza stravolgerne la sua natura ed ,ovviamente, tenendo conto delle risorse umane impiegate in essa.San_Piero_Patti_Villa_Marià_p24_002

Si tratta di un progetto complesso che richiederà stretta sinergia tra le parti politiche e non e, che di sicuro, richiederà del tempo. Pertanto, data l’ultima nota inviata all’Amministrazione da Galipò nella quale si informa della sua volontà di chiudere il rapporto a fine gennaio, si prospettano adesso alcuni scenari possibili: non essendo stato revocato l’atto di indirizzo- espresso dal consiglio costituito nel 2011 ( proposto dalla maggioranza del gruppo “ Noi per San Piero” che sostiene la Trovato) se la cooperativa non prolungherà l’accordo di collaborazione, già dal primo di febbraio si dovrà procedere ad emanare apposito bando pubblico di gara per la nuova gestione e nell’immediato, per dare continuità, ad un affido diretto. Se, invece, Galipò- assente ieri alla seduta per motivi personali-deciderà di prolungare il servizio, a data da destinarsi, si potrebbe lavorare con la sua cooperativa per realizzare il nuovo progetto prospettato da un consiglio che, tra l’incudine ed il martello, ieri sera ha presentato un progetto che mira, nel lungo termine, a rendere nuovamente attiva e fruttuosa una struttura attualmente in difficoltà.San_Piero_Patti_Consiglio_Comunale_003

Una scelta che ha messo sui piatti della bilancia, i lavoratori ed i servizi in favore degli anziani da un lato e dall’altro la tutela del territorio, senza speculazioni od allarmismi ma solo cercando di ragionare per evitare scelte che potrebbero rivelarsi dannose anche e soprattutto per gli stessi operatori. Cosa succederebbe se, infatti, pur istituendo il CARA la Cooperativa – che può impiegare i fondi destinati agli immigrati solo per il progetto che li riguarda- non fosse ugualmente in grado di mantenere i lavoratori e ripianare la situazione economica? Ed ancora, cosa accadrebbe se i fondi erogati dalla Comunità europea o dallo Stato venissero meno ed il progetto si esaurisse in poco tempo? Si tornerebbe al punto di partenza, aggravato di altre problematiche.

Pertanto il progetto proposto dal Civico consesso potrebbe rivelarsi risolutorio e lungimirante. La sfera di cristallo non la si possiede e solo il tempo darà le risposte. Per il momento resta la decisione di un Consiglio Comunale che sta cercando di mantenere posti di lavori; assicurare i più alti standard all’utenza e tutelare un territorio.

 

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Sara Gaglio

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.