SAN PIERO PATTI – Antonino Spanò: il trionfo della dignità di un uomo sull’ingiustizia della legge
La vicenda giudiziaria, che ha segnato indelebilmente la vita di un uomo e della sua famiglia, è stata celebrata ieri in un lungo pomeriggio dedicato per l’appunto al “Caso Antonio Spano’: in carcere da innocente”.
Cospicuo il numero dei sampietrini, e non, ritrovatosi presso l’auditorium comunale di via Castello per prendere parte a questo convegno commemorativo del 50 esimo anniversario della scarcerazione del compaesano Spanò, promosso dall’amministrazione comunale e curato anche dal concittadino Salvatore Arlotta. Partecipazione che costituisce un segno evidente del mai sopito interesse della comunità nebroidea nei confronti di una vicenda che solo riduttivamente la si può definire un “errore giudiziario”.
Tanti i relatori che, a partire dalle ore 17:00, si sono avvicendati sul palco dell’Auditorium: il sindaco avv. Ornella Trovato; il vice sindaco prof. Salvatore Taranto; l’Assessore all’Istruzione avv. Nino Todaro, che ha anche condotto i lavori; il giornalista dott. Giuseppe Messina ed il dott. Francesco Massara Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Messina .
Ripercorsa da tutti gli intervenuti, con chiavi di lettura diverse, la straordinaria storia di un uomo segnata da un destino crudele che lo ha privato del bene più prezioso e del diritto innegabile soprattutto ad un innocente: la libertà. Quella libertà che lui, da uomo onesto, ha sempre urlato e perseguito nei suoi lunghissimi 21 anni di carcerazione. Una negazione che si deve alla miopia ed alla superficialità di una giustizia troppo frettolosa che ha privato Spanò di vivere da uomo senza catene nella propria casa, vedendo crescere i suoi 4 figli e circondato dall’affetto della propria moglie che mai lo ha abbandonato nel suo calvario terreno, rimanendogli a fianco, sfamando con enormi difficoltà la prole senza mai privarlo, seppur a distanza, dell’amore di una donna per il proprio uomo.
Le emozioni più forti e palpabili tra gli spettatori, si sono registrare durante le rappresentazioni recitate della condanna e dell’assoluzione di Spanò messe in scena magistralmente da alcuni studenti dell’Istituto Comprensivo di San Piero, guidati dalla docente Serafina Collorafi.
Le parole del giornalista Dott. Giuseppe Messina, l’uomo che è il piu’ grande artefice del ritorno alla vita di un condannato alla “morte civile” hanno aggiunto pathos al convegno. L’allora giovane e caparbio cronistica fu, di fatti, colui il quale, carte ed intuito alla mano, scosse la coscienza nazionale sul caso – dalle pagine della “Tribuna del Mezzogiorno “ con il suo pezzo “Forse un innocente da vent’anni in carcere” – accendendone i riflettori ed obbligando, con l’aiuto dei difensori Tullio Trifilò, Giovanni Leone e l’esperto Nino Damiano, la giustizia a dare ascolto a Spanò. Senza il suo interessamento al caso l’epilogo sarebbe stato di sicuro ancora più nefasto.
Le sue parole, supportate dai fatti, hanno ridato la vita ad un uomo che, forse, per la sua umile posizione ha subito l’incuranza di un giudizio troppo sommario e rapido che gli ha distrutto la vita. Felice e rara pagina, quella scritta da Messina, di un giornalismo libero, intuitivo ed incentrato esclusivamente alla ricerca della verità.
Seduto accanto al cronista, colui che invece quella giustizia la rappresenta quotidianamente ovvero il Magistrato Francesco Massara: “ il caso Spanò si configura come un enorme orrore giudiziario”, ha commentato, per poi soffermarsi e spiegare in modo efficace alla platea i nuovi dispositivi di legge previsti ed applicati scrupolosamente proprio per non incorrere in abbagli del genere.
La vera commozione cala in platea però alla visione di alcuni video del tempo: uno è relativo ad un’ intervista ad Antonino Spanò fatta da Sergio Zavoli a Porto Azzurro. Il carcerato sampietrino, con la pacatezza e l’educazione che lo ha sempre contraddistinto, risponde alle domande del giornalista in modo semplice, sincero e disarmante da togliere davvero il fiato. Il suo viso appare già fortemente segnato dalle rughe ed i suoi gli occhi, mai bassi e carichi di dolore, lasciano ancora intravedere la ricerca di quel riscatto e di quella verita’ alla quale Spanò si è sempre appellato, rifiutando, in suo nome con grande coraggioso e dignità, di chiedere allo Stato la grazia per un delitto mai commesso. Un uomo che, in una cella angusta, sognava l’aria fresca, le sue amate ginestre, la famiglia e Sambuco la sua terra. Elementi questi ai quali si è di sicuro aggrappato con forza Antonino per non cedere, per non farla finita, come invece succede ai molti innocenti rinchiusi che, dopo un po’, mollano volontariamente togliendosi la vita in carcere.
Altri video risalgono al momento dell’arrivo in San Piero Patti del finalmente libero Spanò: una comunità intera lo accerchia, lo saluta, bacia, abbraccia forte ed il sindaco del tempo Tino Santi Natoli lo accoglie in paese da eroe.
Errori giudiziari come quello che ha segnato la vita del sampietrino Antonino Spanò ancora oggi, purtroppo, si registrano in Italia e sono da imputare sia all’imprecisione delle indagine e dei giudizi che all’intrinseca ingiustizia sociale che spesso colpisce le fasce meno abbienti e, per questo, meno tutelate.
Antonino Spanò ed il suo” caso” dovrebbe costituire un monito per chi si occupa di legge affinché drammi simili non si ripetano più. Ma, ancora più importante da evidenziare, in questa vicenda è la palese vittoria morale ed etica di un uomo che, seppur tardi, ha riacquistato quella libertà tanto urlata e rincorsa senza mai piegarsi alla disperazione o alla perdita di dignità. Questo è ciò che ha vinto su tutto.
Sara Gaglio