ROCCA DI CAPRILEONE – Diocesi di Patti. Riunione congiunta Consiglio Presbiterale e Consiglio Pastorale diocesani.
Volontà, coscienza ecclesiale di ciascuno, maturità di fede. Sono i punti fermi su cui dovrà imperniarsi il “cammino” della diocesi di Patti che si appresta a “vivere” un nuovo, intenso anno pastorale, il secondo anno del cammino sinodale. Si tratterà, quindi, di un continum del cammino dello scorso anno, per annunciare ancora il Vangelo con stile sinodale. E’ stato questo il tema principale della riunione congiunta del Consiglio Presbiterale e del Consiglio Pastorale diocesani, tenutasi nel salone “San Giovanni Paolo II” della chiesa “Madonna di Czestochowa” di Rocca di Caprileone, sotto la presidenza del Vescovo, monsignor Guglielmo Giombanco. Questi ha rimarcato la necessità “della ricerca di una effettiva unità ed armonia, che rappresentano la comunione della Trinità, con un atteggiamento di ascolto e di comprensione dell’uomo contemporaneo, per un dinamismo ecclesiale e relazionale”.
Don Enzo Smriglio, delegato della diocesi per il Sinodo ha tracciato una sintesi del cammino dello scorso anno: “Ad uno scetticismo iniziale – ha esordito – per la non chiara percezione della modalità con cui il cammino dovesse svilupparsi, si è registrato un crescente interesse e l’attenzione si è incentrata sull’ascolto. Ciò per favorire uno stile per pensare, programmare ed operare in modo sinodale. Si è avuta, in definitiva, la conferma che tutto ciò che favorisce il confronto è motivo di crescita”.
Monsignor Giombanco ha, quindi, ha spiegato che l’immagine biblica sarà la casa di Betania “che ci dimostra – ha commentato – che non si tratta di fare servizi ma di essere al servizio. Una Chiesa che diventa sempre più serva attraverso l’ascolto”. Per questo il tema della Lettera Pastorale, che il Vescovo consegnerà il 27 ottobre, nel corso di una Liturgia della Parola nella Concattedrale “santi Martiri del XX secolo” di Patti sarà “Ascoltare è servire”. Un momento particolarmente significativo sarà sicuramente costituito dal momento iniziale dell’assemblea ecclesiale diocesana, che si terrà il 4 ottobre nel “Palauxilium” dell’Istituto Zito di Sant’Agata Militello. Monsignor Erio Catellucci, arcivescovo di Modena, vice presidente della Conferenza Episcopale Italiana e vescovo referente del cammino sinodale in Italia, si soffermerà su “Ascoltare è servire. Discepoli per una Chiesa rinnovata”, indicando, appunto, le linee su come proseguire il cammino già iniziato. La relazione di monsignor Castellucci sarò oggetto di riflessione, dal 10 al 20 ottobre, nei vicariati, che forniranno indicazioni che poi saranno inserite nella Lettera Pastorale.
Il cammino sinodale sarà ritmato dai cosiddetti “Cantieri di Betania”, per evidenziare che dopo un primo anno in cui si è guardato ad intra, adesso bisogna andare ad extra. I “cantieri” riguarderanno: uno la strada e il villaggio (con riferimento a tutte le situazioni di povertà, fragilità, abbandono, violenza, sfruttamento, disabilità, ma anche il mondo della cultura); un altro, l’ospitalità e la casa; un altro ancora la diaconia e la formazione spirituale.
Proprio sulla formazione spirituale ha insistito particolarmente il Vescovo, auspicando la ripresa della “lectio divina” nelle parrocchie, per la quale sarà proposto il libro degli Atti degli Apostoli . “E’ fondamentale – ha sottolineato, annunciando pure che è iniziato in diocesi il cammino per il diaconato permanente, – la formazione spirituale alla luce della Parola di Dio. Le vocazioni nascono in una comunità dove c’è un cammino di fede”. Monsignor Vescovo ha anche proposto, ricorrendo, tra l’altro, il sessantesimo anniversario dall’apertura del Concilio Vaticano II e preannunciando appositi incontri di formazione nel seminario estivo di Castell’Umberto, “la rilettura, alla luce della Evangelii Gaudium, della Gaudium et Spes e della Lumen Gentium, perché c’è molto da imparare dalle due costituzioni, che sicuramente aiutano a vivere la sinodalità. Purtroppo il Concilio è stato messo nel cassetto”.
L’altro cantiere che sarà particolarmente attenzionato è il secondo, “Ospitalità e casa”, con specifico riferimento alla famiglia, luogo di educazione alle relazioni, per arrivare trasferirne poi la ricchezza nella comunità ecclesiale, la “grande famiglia”. “C’è la possibilità – ha anticipato monsignor Giombanco – di scegliere un quarto cantiere. Sulla scia della catechesi del Papa , propongo una maggiore attenzione agli anziani, per farli sentire protagonisti della vita ecclesiale”. Proposta che ha trovato ampi consensi dei presenti alla riunione.
Nicola Arrigo
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