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RACCUJA – Per la rassegna “Musiche cunti e canti” si è tenuto lo spettacolo “Sharon Miriam”.

RACCUJA – Per la rassegna “Musiche cunti e canti” si è tenuto lo spettacolo “Sharon Miriam”.
Dicembre 30
08:01 2024

Sta riscuotendo notevole successo la rassegna “Musiche cunti e canti”, organizzata dall’associazione Banca della Speranza, sostenuta dai comuni di Patti, Tripi, Montalbano Elicona e Raccuja e dal Dipartimento dei Beni Culturali della diocesi di Patti, il cui direttore artistico è Mario Incudine.

La rassegna propone un viaggio nella ricca tradizione popolare siciliana, con particolare riferimento alla Natività.

La chiesa di Santa Maria dei Greci, a Patti, ha ospitato i “Sikania” e i “Lautari”, mentre a Raccuja si è tenuto lo spettacolo “Sharon Miriam”, tratto da un testo di Erri De Luca.

Il concerto “La stidda di l’Orienti”, di Carlo Muratori, è stato ospitato ieri nell’auditorium comunale di Raccuja, mentre oggi si terrà nella chiesa Maria Santissima del Rosario di Casale di Tripi.

La rassegna si concluderà con lo spettacolo di Mario Incudine “E scinniu la notti”, il 4 gennaio a Montalbano Elicona, il 5 a Tripi e il 6 a Mistretta.

L’idea è nata – spiega Nicola Calabria, presidente dell’Associazione “Banca della Speranza” – con l’intento di riscoprire la tradizione natalizia siciliana, attraverso musiche, racconti e canti ormai poco conosciuti. Il Sud Italia, specie la Sicilia, vanta una ricca eredità legata alla Natività, grazie alla millenaria tradizione dei pastori, che hanno preservato la musica natalizia tramite strumenti come le zampogne, i tamburi e i friscaletti. Attraverso la trasmissione orale di racconti, canti, nenie e novene si è mantenuta viva questa tradizione musicale di Natale”.

L’obiettivo – conclude Calabria – è far conoscere le nostre tradizioni, sottolineando l’importanza della lingua siciliana come elemento culturale significativo. E’ fondamentale che le nuove generazioni diventino portatrici di questa eredità e ne perpetuino la trasmissione, poichè rappresenta le nostre radici storiche oltre ad essere un patrimonio culturale unico che può avere anche ricadute lavorative”.

Nicola Arrigo

 
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