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PATTI – Nuovo Statuto del Comune. Osservazioni e suggerimenti da comitati cittadini

PATTI – Nuovo Statuto del Comune. Osservazioni e suggerimenti da comitati cittadini
Novembre 21
12:02 2016

Il Comitato Cittadino “EXPONIAMO” ed il Meetup “Valle del Timeto”, nell’interesse della collettività, avendo preso visione della proposta di modifica dello Statuto Comunale, approvata dalla Giunta Comunale di Patti il 30 settembre 2016, hanno presentato osservazioni e suggerimenti in merito alla stessa, preoccupati dall’impatto che essa avrebbe sulla vita democratica del Comune.

A nostro avviso, con questo atto, viene gravemente compromessa la possibilità dei cittadini di fruire degli istituti di partecipazione popolare. Con gli articoli 41 e 42, si crea, infatti, una barriera pressoché insormontabile, aumentando, rispetto al precedente Statuto, il numero delle firme necessarie per indire una petizione o iniziativa popolare in maniera spropositata.

Le 1000 firme, richieste da questo nuovo statuto, agli aventi diritto al voto, su un corpo elettorale di circa 9000 persone, per la presentazione di iniziative popolari, sono una sostanziale cancellazione dell’istituto stesso.

Scorrendo lo schema del nuovo Statuto Comunale, precisamente al Titolo III (Istituti di partecipazione Popolare), osserviamo un brutto passo indietro rispetto alla decantata “partecipazione popolare”, dato che, in sintesi, vengono soppresse le partecipazioni dei singoli, subordinandole all’adesione ad associazioni intermedie che devono essere comunque approvate dal Consiglio Comunale.

Assurdo, inoltre, che l’art. 44, disponga che le consulte siano costituite da rappresentanti di associazioni. Mancando, nello specifico, un albo delle stesse, necessario per una corretta applicazione dello Statuto, ci domandiamo come questa Amministrazione intenda applicarlo una volta entrato in vigore, notando anche la totale mancanza di riferimenti in merito ai parametri ed alla modalità di iscrizione al suddetto albo.

Notiamo poi, che nell’art. 40 si prevede un aumento esponenziale del numero di giorni necessari per ciò che riguarda la “tempestiva risposta” da parte dell’Ente a qualsiasi interrogazione o richiesta di atti rispetto all’art. 58 dello Statuto Comunale attualmente in vigore. Detto lasso temporale è palesemente inadeguato, in quanto molte osservazioni a delibere, regolamenti o simili, devono avvenire entro il 30° giorno dalla loro pubblicazione e con un arco di tempo di risposta superiore al doppio dei giorni disponibili, si crea di fatto, un “buco nero” che assorbe qualsiasi eccezione e rende impossibile presentare controdeduzioni.

Una valutazione a parte si rende necessaria per il proposto art. 44, il quale al comma 3 recita: “Il Consiglio Comunale può provvedere altresì a istituire una commissione per le pari opportunità, costituita dalle elette in Consiglio Comunale e da rappresentanti designati da associazioni e movimenti femminili, precisando i poteri di proposta e di tipo consultivo alla stessa attribuiti.”. Riteniamo oltraggioso che, nel 2016 in Italia, un’Amministrazione comunale sia così miope da ridurre il concetto di “pari opportunità” ad una questione di mera presenza fisica femminile, dimostrando tra l’altro un misoginismo intrinseco nel pensare che una Consigliera Comunale, eletta quindi dal popolo, abbia bisogno, per operare realmente in un qualsiasi settore che ella ritenesse opportuno, di una formale agevolazione da parte del Consiglio Comunale.

Le donne italiane non necessitano di nessuna agevolazione particolare, magnanimamente elargita da un qualsiasi Consiglio Comunale chiaramente immaginato “androcentrico” da questo nuovo statuto.
Condividendo la necessità, e plaudendo all’iniziativa, di prevedere una commissione comunale per le “pari opportunità”, ci auguriamo che il principio che si propone di tutelare sia rispettato a cominciare dalla sua composizione, rammentando a questa Amministrazione che le “pari opportunità” riguardano tutti i cittadini, il loro diritto a pari dignità sociale, senza distinzione, certamente, di sesso, ma anche, di razza, di religione, di opinioni politiche e di condizioni personali e sociali, così come stabilito dalla Costituzione della Repubblica Italiana all’art. 3.
In virtù di queste considerazioni, abbiamo chiesto di:

1. Rinviare e ridiscutere lo schema di Statuto Comunale anche attraverso le Commissioni (formalizzate da pochi giorni), gli incontri con i cittadini, le associazioni e le consulte territoriali attive;
2. Redigere e rendere pubblici, prima dell’approvazione del nuovo Statuto Comunale, tutti i regolamenti che il nuovo Statuto tratta o andrà a trattare (albo delle associazioni, concessioni finanziamenti e benefici ad Enti pubblici e privati, pari opportunità, consulte territoriali, ecc.)
3. Mantenere in vigore gli artt. 47 e 48 dell’attuale Statuto Comunale, articoli relativi alle Consulte Territoriali;
4. Instituire una soglia minima di firme necessarie per petizioni o iniziative popolari facendo
riferimento a percentuali e non a valori numerici rigidi, in modo che si possa adattarla
dinamicamente all’andamento demografico del paese.
5. Ripristinare la pubblicità delle sedute delle Commissioni Consiliari, attualmente prevista
all’art.15 comma 2, per agevolare la trasparenza dei lavori.
6. Modificare l’art. 44 comma 3 sostituendo a “alle elette”, la dicitura generica “agli eletti”, ed
alla parola “femminili” la frase “che si occupino di promuovere la libertà e l’eguaglianza dei
cittadini, rimuovendo quegli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana
e l’effettiva partecipazione all’organizzazione politica, economica e sociale”.

 

Redazione da comunicato stampa

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

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