PATTI – San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. Mons Giombanco ha presieduto la celebrazione della messa.
Nella chiesa del “Sacro Cuore di Gesù, il vescovo monsignor Guglielmo Giombanco ha presieduto la celebrazione della messa alla quale hanno preso parte alcuni giornalisti in occasione della festa del loro patrono San Francesco di Sales.
Nella sua omelia, il Pastore della Chiesa pattese ha evidenziato che “Dio dialoga con gli uomini e la Parola si è fatta carne per intraprendere una relazione con gli uomini”. “Fissare lo sguardo su Gesù – ha proseguito – significa decidere l’orientamento della propria vita, fondandola sui veri valori. San Francesco di Sales comprese pienamente il segreto di una comunicazione educativa, vissuta con la tensione all’unità. Il suo messaggio è di estrema attualità, in un tempo in cui ci sono false notizie, ion un tempo in cui le notizie creano distanze e barriere tra le comunità e tra le persone”.
“Ogni operatore – ha rimarcato monsignor Giombanco, facendo anche riferimento al Messaggio del Papa per la 53^ Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, – deve essere costruttore di comunione, nella libertà di vivere in pienezza la propria umanità. Oggi sentiamo tante parole vuote, banali, insignificanti, che spesso disorientano. C’è una Parola che dona senso alla vita e la riempie di significato. Sostituiamo i like con gli amen; la relazione con gli altri parte dalla relazione con se stessi, per non chiudersi nell’individualismo. Solo così costruiremo comunità umanizzate che sappiano umanizzare”.
Da qui l’esortazione ai giornalisti presenti ad “essere costruttori di unità nella verità, liberi dai compromessi, per annunciare ciò che è giusto e promuove l’uomo, in una storia che si evolve non solo attraverso eventi raccontati, ma anche attraverso idee che concorrano al bene di tutti”.
Prima della benedizione, è stata letta la “Preghiera del giornalista”, composta dallo vescovo, con la quale si è chiesto Gesù di “essere ogni giorno costruttori di pace, di giustizia e di umanità” e di “essere giornalisti veri e liberi, perché possiamo annunciare al mondo la buona notizia dell’amore”.
Nicola Arrigo