PATTI – Richiesta di cittadinanza onoraria a Francesco Puglisi, fratello del beato don Pino, ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993
Il consigliere comunale di opposizione Filippo Tripoli ha avanzato richiesta – condivisa da tutto il civico consesso – al sindaco Mauro Aquino, affinchè venga attribuita la cittadinanza onoraria a Francesco Puglisi, fratello del beato don Pino, ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993.
L’iniziativa di Tripoli nasce dalla considerazione che la mamma di Pino e Francesco Puglisi, Giuseppina Fana, è nata a Patti il 17 giugno 1908, per cui sarebbe bello se si arrivasse all’attribuzione della cittadinanza onoraria nel 25^ anniversario dalla tragica morte di una delle figure più luminose della Sicilia, “vero esempio – sottolinea Tripoli nella richiesta – di legalità e di carità cristiana”.
A giudizio di Tripoli questo potrebbe avere una ricaduta positiva per Patti ogniqualvolta, in Italia e nel mondo, si parlerà del beato. “Tenendo anche conto che il processo di canonizzazione è già in fase avanzata e del viaggio già preannunciato da Papa Francesco a Palermo, previsto il 15 settembre, data in cui cadrà il 25° anniversario dalla morte, ritengo doveroso – precisa nella propria richiesta il consigliere Tripoli – che le autorità della città di Patti concedano la cittadinanza onoraria al fratello Francesco Puglisi, e ratificare così l’amore e l’attenzione verso il Beato Don Pino, che incarnò fino alla morte la propria fede”.
“Ci auguriamo – conclude Tripoli – che l’iter possa concludersi proprio entro il 15 settembre, per cui sarebbe opportuno predisporre subito tutte le procedure necessarie”.
Al beato don Pino Puglisi è stato intitolato a Patti l’oratorio della Cattedrale; inoltre, nel recente passato si era spesso parlato, nel contesto di una revisione della toponomastica, di intitolargli una via cittadina, proposta che, però, è poi caduta nel dimenticatoio. Chissà che l’attribuzione della cittadinanza onoraria a Francesco Puglisi non possa far “tornare alla ribalta” l’intitolazione di una strada al fratello beato.
Nicola Arrigo