Patti24

 Breaking News

PATTI – Raccolta farmaci per la striscia di Gaza: il comitato ”Patti con la Palestina” centra l’obiettivo

PATTI – Raccolta farmaci per la striscia di Gaza: il comitato ”Patti con la Palestina” centra l’obiettivo
Settembre 14
09:03 2014

Era iniziato come “Patti con la Palestina” ed è diventato “Patti, Librizzi, Montagnareale, Gioiosa Marea e Brolo con la Palestina”.

Nel mese di agosto un comitato spontaneo composto da ragazzi e ragazze, pattesi e non, ha voluto proporre una iniziativa in sostegno del popolo palestinese, «il quale – scrivono i promotori dell’iniziativa – è vittima di un conflitto nato dalle strategie internazionali interessate delle potenze occidentali, con a capo gli Stati Uniti d’America, e vive una duplice condizione di debolezza: rispetto alla forza militare e politica israeliana, sostenuta da tutto il mondo occidentale, e rispetto alle speculazioni dei potentati arabi sullo scenario mediorientale.

Il popolo palestinese si trova, suo malgrado, ingabbiato in un gioco che si svolge a livelli ben più alti rispetto a quello della semplice rivendicazione territoriale, restando tuttavia evidente l’invasione israeliana dei territori della Palestina storica.

Ma noi non intendiamo porre prioritariamente la questione nazionale, e vogliamo piuttosto volgere l’attenzione sulla realtà di un popolo soggiogato dalla storia, sempre al centro dell’attenzione mediatica e tenuto schiavo di una battaglia politica che non gli appartiene per l’affermazione di interessi macroeconomici regionali e internazionali altrui.

In questo contesto l’emergenza umanitaria suona il suo campanello: l’assedio israeliano ha privato un milione e ottocentomila palestinesi di scuole, centri sanitari e ospedali. Come abbiamo già scritto, a Gaza manca tutto: dai generi alimentari ai farmaci agli strumenti di primo intervento. Per questo motivo abbiamo organizzato e portato avanti una raccolta di farmaci che arriveranno a Gaza tramite la missione dell’associazione genovese Music for Peace – Creativi della Notte».

Secondo i componenti del comitato sarebbe inoltre incomprensibile «il totale silenzio delle forze politiche locali e la grande assenza delle istituzioni in merito alla questione», precisando di non aver mai «cercato il sostegno politico di nessuna delle forze presenti sul territorio, ritenendoci ostinatamente estranei e inassimilabili ad una certa politica, non solo locale e da troppo tempo trasversale.

Rivendichiamo dunque la nostra indipendenza e l’autonomia di una iniziativa che, nella sua limitatezza, ha dato voce ad un’espressione politica che “viene dal basso” sul serio, e per questo è e vuole rimanere lontana da scempi e imbarazzi che la politica istituzionale non manca di proporci. E tuttavia, un certo imbarazzo non possiamo non provarlo nel silenzio di istituzioni e forze politiche assenti, probabilmente non interessate a questioni che vadano oltre il limite dell’approvvigionamento di un voto, privo di consenso, per le tornate elettorali locali. Insomma la Palestina è lontana e va bene che rimanga tale. Pensiamo, piuttosto, che anche in uno sguardo sincero e interessato agli eventi che scavalcano i confini della nostra piccola comunità, si esprime la capacità di quella stessa comunità di esistere e agire per l’emancipazione culturale, la coscienza politica, il progresso inteso soprattutto come rispetto e sviluppo delle persone e dei popoli.

Noi, allora, in queste poche ma sentite parole vorremmo poter riconoscerci in quanto comunità prima ancora che come singoli. Per questo, non poca vergogna per le forze politiche e le istituzioni locali, finalmente unite dal disinteresse/incapacità di guardare oltre il proprio circolo o consiglio comunale, noi la avvertiamo. E in questo, ancora una volta, manifestiamo la nostra alterità, nella consapevolezza che in tante e tanti hanno sostenuto un’iniziativa che ha progressivamente preso forza, creato dibattito, sviluppato idee.

Con la loro partecipazione deve essere chiaro che non siamo soli: con loro, da oggi, vogliamo ripartire». In venti giorni nei cinque comuni coinvolti sono stati raccolti disinfettanti, cerotti, antiemorragici, antinfiammatori, garze, aghi, siringhe, antibiotici, lacci emostatici e tanti altri farmaci indispensabili. Sono stati inoltre quelli che non rispondevano ai requisiti di scadenza.

I pacchi sono stati spediti il 5 settembre mediante corriere espresso: la loro prima destinazione è Genova; lì, presso il centro di raccolta, verranno registrati, suddivisi, smistati e poi spediti, insieme ai farmaci provenienti da tuta Italia, nella striscia di Gaza. L’accesso dei container in quell’area sottoposta ad embargo è garantito da un canale internazionale aperto con la mediazione del consolato egiziano.

Redazione

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.