PATTI – Ospedale “Barone Romeo”. Utin si, Utin no, Utin forse….
Utin dell’ospedale “Barone Romeo” si, Utin no, Utin forse…. Nelle ultime ore è stato un alternarsi di notizie contraddittorie: chiude, viene ridimensionata, anzi no, tutto resta com’è.
E’ proprio della nostra città vivere “sospesi”, è proprio della nostra città subire decisioni calate dall’alto da chi non ha nemmeno la cognizione di come sia il territorio, è proprio della nostra città non essere fattivamente rappresentata e, soprattutto, difesa.
Da anni si subiscono soprusi e “scippi” che sul momento suscitano riprovazione e ribellione per poi finire nel dimenticatoio.
Qui non si intende colpevolizzare alcuni, né degli attuali né dei precedenti amministratori, ma è fuor di dubbio che quando c’è da….togliere chissà perché il “pensiero” dei tanti soloni regionali (qualunque sia il settore), gli stessi che poi si fanno vivi al momento delle elezioni, vada a Patti.
Evidentemente, chi aveva assunto la decisione di ridimensionare sensibilmente l’Utin di Patti (provvedimento che sembrava preludere ad una successiva chiusura), da tempo un’autentica eccellenza, non ha manco cognizione dei semplici “numeri” e del servizio offerto. Forse avrebbe bisogno, periodicamente, che gli fossero “ricordati” affinchè eviti di prendere vere e proprie cantonate.
Al contempo, non basta più “ribellarsi” e precipitarsi “sul luogo del delitto” solo quando le “cose” si mettono male, ma bisogna costantemente vigilare.
Non vorremmo che la vicenda diventasse un importante “cavallo di battaglia” in vista delle prossime elezioni per assumersi meriti e scrollarsi di dosso i demeriti, addossandoli agli altri. Non vorremmo che la salute pubblica, che è un diritto fondamentale della persona, diventasse “campo di scontro politico”.
Momenti come questo devono vedere tutti uniti, non ci può essere maggioranza o opposizione, perché chiunque abbia a cuore le sorti della nostra città, troppo spesso bistrattata nell’indifferenza assoluta, deve “levare la voce” e lottare con tutto se stesso.
Ora più che mai, quindi, non bisogna abbassare la guardia, affinchè la revoca della decisione non risulti un palliativo per tacitare le coscienze e sedare sul nascere la “rivolta” di un vasto comprensorio, ma sia un atto duraturo.
Chi “produce” merita di essere incentivato, non distrutto ! A chi assume simili, cervellotiche decisioni chiediamo di essere più oculato ed informato, di non agire solo perché, magari, ha bisogno di…pubblicità, di non lasciarsi guidare da ragioni di parte a favore di qualcuno contro un altro, di tener conto delle reali esigenze dell’utenza. Tutto questo anche e soprattutto per non scatenare una inutile guerra fra poveri !
L’Utin, quindi, al momento (a meno di nuovi….colpi di testa) è salva ! Che da quest’ennesima, triste esperienza possa davvero – è proprio il caso di dire -….nascere un nuovo, forte senso civico, senza doppi fini, a salvaguardia della nostra città.
Nicola Arrigo
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