PATTI – Opere pubbliche programmate e, poi, miseramente, fallite.
Gli amministratori comunali di Patti, nel tempo, hanno realizzato tante opere importanti. Di contro, hanno perso tante altre occasioni per opere che, se realizzate, avremmo potuto far annoverare oggi la città tra quelle con più servizi di tutti in provincia di Messina.
Ne elenchiamo alcune per avere un’idea di quello che è stato programmato e, poi, è miseramente, fallito.
Nel 1996, in un momento molto critico per via del terrorismo e della malavita organizzata, il Ministero dei Lavori Pubblici, all’epoca guidato da Antonio Di Pietro, nell’elenco degli investimenti assegnati alla Sicilia, destinò 70 miliardi a Patti per la costruzione di un carcere di massima sicurezza in contrada San Giovanni. Si era proceduto, addirittura, anche all’esproprio dei terreni e quando sembrava che tutto stesse filando liscio è arrivata la doccia fredda della revoca del finanziamento, destinato ad altro comune del messinese. Le proteste degli amministratori pattesi dell’epoca non ebbero l’effetto sperato e tutto è finito lì.
Altra opera di notevole importanza, qualche tempo dopo, venne progettata in località Canapè, tra la Statale 113 e la stazione ferroviaria, dove doveva nascere un parco suburbano, su progetto del compianto professore Mancuso. Incredibilmente il finanziamento concesso dalla Regione venne revocato per negligenza del comune che non esibì la documentazione più volte richiesta.
Un altro finanziamento revocato ha riguardato il parcheggio coperto di Piazza Marconi, che, per motivi oscuri, non si è mai realizzato.
Della strada esterna di circonvallazione che si doveva snodare dalla zona del Ponte Provvidenza e collegarsi, alla fine, con la Superstrada Patti-San Piero Patti, dopo la realizzazione del primo stralcio, si sono perse le tracce.
Analoga fine ha fatto il progetto per la piscina coperta già approvato e ammesso a finanziamento ma del quale non si è saputo più nulla, così come del campo di rugby che doveva sorgere a Locanda di Tindari, anch’esso finanziato e del campo di tiro a volo, con finanziamento del progetto da parte del Credito Sportivo.
Ed ancora: la pista ciclabile che doveva unire il litorale da Mongiove e San Giorgio di Gioiosa Marea.
Ma c’è anche di peggio perché due strutture sportive realizzate sono finite miseramente distrutte dal disinteresse e sono il campo di tennis di fronte all’ex sede dell’Enel, trasformato, recentemente, in parcheggio, e il palazzetto di via Mazzini, un vero “insulto” al decoro e un rischio per la salute pubblica.
Adesso ci sono due nuove realtà che aspettano di conoscere il loro destino: Palazzo Galvagno e il Centro espositivo di Piazza Cicerone (ex sede della Pro Loco sottostante il cine-teatro comunale). I lavori, che sono costati abbastanza, sono stati ultimati da tempo ma non si è saputo più nulla, nonostante le continue pressioni politiche e dei cittadini. Anche queste strutture – e Palazzo Galvagno è sulla…buona strada – sono destinate a “perdersi” prima ancora di entrare in funzione ?
Nicola Arrigo
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