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PATTI – Nella Basilica Santuario di Tindari ordinati sacerdoti don Cono Gorgone e don Carmelo Paparone

PATTI – Nella Basilica Santuario di Tindari ordinati sacerdoti don Cono Gorgone e don Carmelo Paparone
Settembre 13
13:45 2020

“Carissimi Cono e Carmelo come sacerdoti  amate veramente la vostra  condizione di inviati custodendo nel cuore la gioia di essere scelti e per andare dove il Signore vi manda sapendo riconoscere che ovunque ci sono fratelli da amare e servire, che il Signore deve essere annunciato in ogni luogo e in vari modi nella vita e nella storia degli uomini e delle donne che incontrerete nel vostro cammino.  Lo Spirito che ora viene effuso su di voi, vi aiuti a fare sempre più di Cristo il centro della vostra vita; della Chiesa lo spazio, in cui mentre accompagnate siete accompagnati, mentre insegnate apprendete, mentre evangelizzate siete voi stessi evangelizzati”

Così il vescovo monsignor Guglielmo Giombanco ha concluso la sua omelia pronunciata nel corso della  celebrazione solenne nella Basilica Santuario di Tindari, durante la quale sono stati ordinati sacerdoti don Cono Gorgone, della comunità “Maria Santissima della Catena” di Naso e don Carmelo Paparone, della comunità “Sant’Antonio da Padova” di Capo d’Orlando.

Due “vocazioni adulte” che – come sottolineato nella presentazione del rettore del Seminario Vescovile, don Emanuele Di Santo, “hanno saputo lasciare tutto per rispondere: Eccomi, manda me”. “Anche voi – ha detto il vescovo il Signore ha chiamato per nome, come Maria, e a questa chiamata avete risposto con amore e generosità ed oggi Egli vi consacra con il dono dello Spirito e vi colma con la sua grazia perché anche in voi si compia il Suo progetto di amore”.

Monsignor Giombanco si è, quindi, soffermato su tre condizioni “che voi dovrete incarnare nella vostra vita: l’amore per Gesù sopra ogni cosa, tenendo gli occhi fissi su di Lui, accrescendo l’amore per Lui con la preghiera;  la certezza che Gesù vi ama e vi sostiene sempre. Nel ministero ci saranno alti e bassi, luci ed ombre. Essa vi aiuta a restare saldi e vi conferma nella vostra identità di uomini afferrati da Cristo;  l’amore per la gente come partecipazione all’amore di Gesù per il suo gregge. Siete chiamati ad amare il ministero come Gesù lo ama e perché lo ama. Solo vivendo il ministero nella dimensione ablativa, potrete innamorarvi del vostro sacerdozio”.

“E’ fondamentale – ha aggiunto il vescovo –  comprendere che l’essere mandati, e non l’andare di propria iniziativa e secondo i propri progetti, caratterizza fortemente l’identità e la storia di un presbitero. Noi sacerdoti dobbiamo amare veramente la nostra condizione di inviati perché solo così siamo ministri di un Altro, abbiamo la mentalità del servizio e riusciamo a riporre la nostra fiducia non in noi, ma in Colui che ci ha mandato nonostante le nostre povertà”.

“Tutti noi – ha concluso monsignor Giombanco – ci stringiamo attorno a voi con affetto fraterno, vi accogliamo con gioia nella famiglia presbiterale e con la vicinanza orante vogliamo esprimere la gratitudine e il sostegno per la vostra risposta al Signore. La «Bella Maria del Tindari» donna della dedizione totale a Dio e madre di ogni vero apostolo, vi accompagni nel cammino che vi sta davanti”.

Nicola Arrigo

 
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