PATTI – Nella Basilica Santuario di Tindari, Mons. Giuseppe Leanza ha celebrato il 30° anniversario di ordinazione episcopale.
Ai piedi della “Nigra sed formosa”, nella Basilica Santuario di Tindari, monsignor Giuseppe Leanza ha celebrato il 30° anniversario di ordinazione episcopale, alla quale hanno presenziato il vescovo della diocesi di Patti, monsignor Guglielmo Giombanco, il vescovo emerito della Chiesa pattese, monsignor Ignazio Zambito e parecchi sacerdoti.
La celebrazione è stata il culmine del pellegrinaggio mariano del presbiterio diocesano.
Monsignor Leanza, nativo di Cesarò, fu ordinato vescovo, a Tindari il 22 settembre 1990, dal cardinale Agostino Casaroli, all’epoca Segretario di Stato di Papa Giovanni Paolo II ed è stato rappresentante del Papa in varie nazioni del mondo come Nunzio Apostolico.
“E’ stato – ha sottolineato monsignor Leanza nella sua omelia – un servizio vario ed arricchente, ma non sempre facile e gratificante, dovendo ormai la Chiesa affrontare ovunque sfide e problemi di ogni genere”.
“Questa celebrazione – ha proseguito – rinsalda i vincoli di stima e di affetto che mi legano alla diocesi di Patti”, ha, quindi, ringraziato “monsignor Giombanco perché fin dall’inizio del suo servizio in diocesi mi è stato sempre vicino, monsignor Zambito in quanto co-consacrante alla mia ordinazione episcopale, monsignor Pullano per avermi ordinato sacerdote e avermi permesso di andare a Roma”.
Monsignor Leanza, augurando a tutti “di poter raggiungere mete sempre più alte di perfezione e di vita cristiana”, ha evidenziato che “l’ascolto della Parola di Dio deve trasformarsi in azione concreta, con opere di carità e di giustizia, perché la pratica esteriore di fronte al Signore non ha alcun valore.
Per Lui giustizia ed equità valgono più di tutti gli altri sacrifici”. Facendo poi riferimento al 30° anniversario di ordinazione episcopale, riprendendo le parole di San Giovanni Paolo II, monsignor Leanza ha rimarcato che “la vocazione è dono che supera infinitamente l’uomo. La grandezza di tale prezioso dono ci fa sentire inadeguati. E’ un dono per mettersi al totale servizio di Dio, per farsi pastori e guida della comunità cristiana”.
Ha, quindi, posto l’accento sulla realtà attuale: “Oggi la missione della Chiesa è complessa, perché viviamo in un contesto culturale dominato da laicismo esasperato e dal materialismo. L’uomo contemporaneo sembra voler fare a meno di Dio. Nonostante tutto, molte persone cercano il Signore con cuore sincero, hanno bisogno di Lui”. “E’ compito di noi sacerdoti – ha concluso – offrire loro certezze e speranza, attraverso l’annuncio della buona novella e la testimonianza della carità operosa. Per questo dobbiamo mettere sempre Gesù Cristo al centro del nostro cuore, della nostra vita, del nostro ministero sacerdotale”.
Nel suo saluto, il vescovo monsignor Guglielmo Giombanco, che precedentemente aveva tenuto una meditazione ai sacerdoti, ha sottolineato che quello di monsignor Leanza è stato un servizio “eminentemente sacerdotale, perché chi lo svolge è chiamato a vivere la missione della Chiesa per portare a tutti gli uomini il messaggio di cui essa è custode. Il rappresentante del Vescovo di Roma presenta al Successore di Pietro le gioie, le attese e le sofferenze dei fratelli e delle sorelle”. “Oggi – ha aggiunto – respiriamo l’aria di una festa di famiglia e rendiamo grazie perché attraverso il suo appassionato e generoso servizio ha contribuito alla crescita spirituale e sociale di tante nazioni dove è stato chiamato ad essere servitore di Cristo e del Vangelo per la speranza del mondo”.
La diocesi di Patti ha fatto dono a monsignor lenza di una icona della Madonna del Tindari.
Nicola Arrigo
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