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PATTI – Nel centenario dalla morte, la città di Patti commemorerà uno dei suoi “figli” più illustri, il capitano Filippo Zuccarello

PATTI – Nel centenario dalla morte, la città di Patti commemorerà uno dei suoi “figli” più illustri, il capitano Filippo Zuccarello
Maggio 17
09:40 2017

Il 23 maggio, nel centenario dalla morte, la città di Patti commemorerà uno dei suoi “figli” più illustri, il capitano Filippo Zuccarello. L’evento è organizzato dalla sezione Unuci di Patti, presieduta da Nino Pellegrino, di concerto con la Confederazione di Messina dell’Istituto del Nastro Azzurro tra i decorati al merito, oltre che, ovviamente, dal comune di Patti. Zuccarello, nato a Patti il 26 settembre 1891, capitano dei bombardieri, morì sul Carso il 23 maggio 1917, durante la guerra italo-autriaca.

E’ stato insignito della medaglia d’oro al valori militare. Il 23, alle 10, presso la sua casa natale, in via Cristoforo Colombo a Marina di Patti (dove, peraltro, è a lui dedicato il lungomare), sarà deposta una corona da parte delle autorità cittadine. Quindi, alle 10,45, ci si ritroverà nel cine-teatro “Beniamino Joppolo” dove, dopo gli interventi delle autorità, durante una conferenza-dibattito interverrà il professore Francesco Spadaro, dell’Associazione Storico Modellisti Messinesi. Alla manifestazione presenzierà la nipote di Filippo Zuccarello, Alba Zuccarello.

Come disse il compianto professore Filippo Irato, in occasione del suo intervento nel 60° dalla morte, “Zuccarello compendia il contributo di sangue e di sacrificio che Patti ha dato alla Patria nella vittoriosa guerra contro l’Austria per la liberazione di Trento e Trieste. Le sue leggendarie gesta compiute sul Podgora e sul Carso simboleggiano le virtù eroiche dei pattesi che nel corso del millennio hanno sempre tenuto alto il senso del dovere e dell’onore”.

Il 23 maggio 1917, il Carso fu tutta una polveriera di esplosioni. Il capitano Zuccarello, alla testa della sua 112^ batteria, sin dal mattino, distrusse e sconvolse le trincee nemiche. Alle 16 arrivò l’ordine del “cessate il fuoco”. I fanti della divisione Catanzaro avanzavano per occupare le posizioni di quote 247 nel settore di Lukatic. Lo svolgersi dell’azione era favorevole alle truppe italiane; il secondo battaglione di fanti avanzava vittorioso. Ma il suo comandane, il capitano Chef, fu colpito a morte.

I soldati ebbero momenti di sbandamento e la marcia si rallentò. Zuccarello, che dal suo posto di osservazione aveva seguito l’azione, intuì il pericolo che correva l’intero schieramento, lasciò la sua batteria e si mise alla testa del battaglione. Incoraggiò i soldati, li riordinò, li fece proseguire nell’avanzata: “Avanti, ragazzi, – gridò agitando il fazzoletto tricolore -, la vittoria è nostra”. La trincea nemica fu presa d’assalto, ma una pallottola lo colpì in fronte.

Il suo cadavere fu rinvenuto l’indomani a 200 metri oltre la superata prima linea nemica. La salma fu tumulata nel cimitero di Micoli, presso le case Ferletti, in Vallone di Loberdò, con tutti gli onori dovuti al grado ed alle gesta compiute.“Cadde – affermava Irato – serbando nella rigidità della morte la fierezza dell’uomo che difende la terra natia. Cadde da uomo per risorgere gigante nella storia”.
 

Nicola Arrigo

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

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