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PATTI – Li dove non pascolano nemmeno le capre (Editoriale di Massimo Natoli)

PATTI – Li dove non pascolano nemmeno le capre (Editoriale di Massimo Natoli)
Maggio 02
01:19 2015

Massimo_NatoliNon si offendano le capre, per carità. Il riferimento è ad un periodo della precedente amministrazione, quando qualcuno, visto lo stato di degrado della parte antica della città, penso a portare una capra, perchè brucasse l’erba. Beh, vista la situazione odierna, non è che l’ambiente sia cambiato molto. Degrado c’era ed è rimasto. Non si sognava allora e non si sogna adesso.

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Non si controllava allora e non si controlla adesso. Le capre oggi verrebbero qui? La foto che abbiamo scattato nel quartiere Polline di Patti – sterro gettato in ogni dove da tempo – in un’area vicina alla chiesa di Santa Fibruniedda, salendo verso il vecchio ospizio e svoltando a destra, sotto il vecchio arco. Qui non siamo mica a Patti Marina. Non ci sarebbe bisogno di fare altri commenti; qui, tra le erbacce mai estirpate, la gente pensa di aggiungere degrado al degrado. Le capre, allora, non troverebbero l’erba “sommersa”, ma i rifiuti si. Tanto chi controlla? Chi abita qui? Solo gente maleducata o anche gente che vorrebbe un’area pulita? Magari che si passasse, non solo per chiedere voti.

Io ci passo, quando il lavoro mi restituisce ai luoghi in cui sono nato, dove ho sognato, inseguendo un pallone e confrontandomi con i mostri sacri di allora, Scardino, Milici, Milone, Perseu, Accetta, Papa e via discorrendo.

Patti_Rudere_centro_storico_003In tempi di expo e spostandoci verso il basso, in via dei Greci – anche questa zona particolarmente cara a chi scrive – potremmo dire – dopo anche le testimonianze del libro bianco della consulta giovanile – che si “ammirano” strane forme di verde, da utilizzare per pietanze esotiche; e ci sono anche “posti-letto”….i materassi gettati in strada. Ma chi ci passa da qui? Degrado c’era e degrado c’è.

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In avanti c’è la strettoia verso via Roma. Qualcuno conosce questa zona? Qui c’era la chiesetta di Madonna Porta e chi scrive organizzò con i fratelli Mosca la festa della Madonna del Tindari, proprio in quella piazzetta che, per tanto tempo, è rimasta “allo stato brado”: a ntinna e pignati, a ntinna o palu – una vera chicca allora con polli, salami e formaggi e grasso e olio sul palo a volontà – cursa nto saccu, cursa a ppedi e l’immancabile spaghettata col peperoncino, anzi il peperoncino con due “fili” di spaghetti. Musica della banda di Patti, da pomeriggio a sera, con la “raspa” e tutte le altre.

Sono ricordi di un tempo che fu, quando quattro ragazzini sfidavano la realtà….Ritorniamo al presente; sarebbe opportuno che, partendo da questo degrado, si ricominciasse a pulire e a controllare, giorno per giorno. A Polline siamo vicini al comune, poi…A proposito di comune…le elezioni saranno fra un anno; i candidati a sindaco si fanno avanti con i loro programmi, nomi e cognomi oppure dobbiamo saperlo all’ultimo momento?

 

 

Massimo Natoli

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.