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PATTI – L’anno che verrà … che non sia come quello passato, vissuto quasi per inerzia e senza un’autentica progettualità. Auguri

PATTI – L’anno che verrà … che non sia come quello passato, vissuto quasi per inerzia e senza un’autentica progettualità. Auguri
Dicembre 31
17:14 2017

Un altro anno si chiude, un altro anno è passato tra alti e bassi, tra conquiste e delusioni, tra attese tradite e sorprese gradite. Un anno da raccontare o un anno da dimenticare, un anno da incorniciare o un anno da “buttare”. Ciascuno porterà con sé ricordi, avrà impresse tante immagini, avrà accumulato nuove esperienze di vita che, sicuramente, lo hanno temprato e gli daranno la spinta e il coraggio per andare avanti.

Già, andare avanti, in un contesto cittadino che tutti questi imput poi non te li offre e che, anzi, spesso, ti fossilizza, ti fa adagiare, non ti fa intravvedere nulla per cui valga la pena progettare e sognare in grande. Si chiude un altro anno senza particolari sussulti, un altro anno in cui, spesso, troppo spesso, a Patti si è andato avanti quasi per inerzia, senza un’autentica progettualità, senza sussulti che potessero rompere la monotonia.

Un anno con l’ ”ordinaria amministrazione”, un anno in cui sembra che la gente abbia ulteriormente perso i contatti e la voglia di dialogare, un anno in cui alcuni servizi essenziali hanno lasciato, a dir poco, a desiderare, un anno di sacrifici per gli impiegati comunali, costretti a fare di necessità virtù di fronte ai reiterati ritardi nel pagamento degli stipendi, un anno di beghe politiche di maniera, spesso senza costrutto.

Già, un anno….un altro anno, da archiviare senza particolari soddisfazioni, un anno – tutto il mondo è paese – di difficoltà per parecchie attività commerciali, per tante famiglie che non solo non arrivano alla fine del mese ma manco a metà. E stiamo parlando di Patti, non di una grande città, assai nota per la sua apatia, ma capace anche di grandi slanci, soprattutto se la gente si sente coinvolta, cosa che, invece, purtroppo, manca sempre più.

Non è disfattismo, non è pessimismo, non è critica fine a se stessa; è la “fotografia” lapalissiana di una realtà in costante decadimento, sotto tutti i punti di vista, in cui spesso un diritto resta favore, in cui per “andare avanti” occorre fare i tripli e quadrupli salti mortali, in cui incontrarsi e scambiarsi opinioni, in una sana e costruttiva dialettica, è diventata una rarità.

Il 2017 ha “portato” un nuovo Vescovo alla Chiesa pattese, monsignor Guglielmo Giombanco, dopo 28 anni di episcopato di monsignor Ignazio Zambito. Anche la Chiesa, intesa come comunità di battezzati, incontra a Patti serie difficoltà ad essere incisiva e coinvolgente. Non è più il tempo in cui la parrocchia era un fermo, quasi unico, punto di riferimento, non è più il tempo in cui la famiglia si prendeva cura, per prima, della formazione religiosa, e questo”stacco” si avverte fortemente, in un contesto, pure quello pattese, sempre più secolarizzato, in cui ci si ripiega sempre più su se stessi e in cui è molto più semplice “sparare a zero” che rimboccarsi le maniche e offrire la propria collaborazione, anche a livello ecclesiale.

Il 2017 ha riportato in auge il “nostro” impareggiabile campione Tony Cairoli, che, dopo due anni di difficoltà, è tornato sul tetto del mondo, conquistando il suo nono titolo iridato. Ecco: lo sport resta, in città, forse l’unico veicolo di socializzazione, capace di coinvolgere ancora tanti bambini, ragazzi e giovani. Anche in tale settore, comunque, si procede fra mille difficoltà, in primis di ordine economico, ma anche di strutture.

Cosa augurarci, allora, per il nuovo anno ? Che anche a Patti si possa recuperare la gioia di vivere con e per gli altri, la forza della condivisione di idee ed iniziative, la capacità della politica di “calarsi” realmente dentro i problemi della gente. Insomma, recuperare il senso di appartenenza per sentirsi comunità, la fierezza di sentirsi pattese. Ciò dipende da ciascuno, non sempre e solo dagli altri.
Auguri

 

 

Nicola Arrigo

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.