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PATTI – La Tari, da 47 morto che parla, ci ricorda la celebre frase “Sei buono solo a prendere lo stipendio. E io pago”

PATTI – La Tari, da 47 morto che parla, ci ricorda la celebre frase “Sei buono solo a prendere lo stipendio. E io pago”
Marzo 15
20:01 2023

Vi ricorda qualcosa il film dell’impareggiabile Totò “47 morto che parla” ?  Probabilmente sì, perché una delle frasi più celebri, rivolta al maggiordomo, è “Sei buono solo a prendere lo stipendio. E io pago” ! Parafrasando tale frase del “principe della risata” potremmo dire, rivolgendoci all’amministrazione comunale: “Sei buona solo ad aumentare le tasse. E io pago”.

Quando all’inizio di maggio 2022 il consiglio comunale approvò, con i voti della maggioranza, il Piano Economico-Finanziario per l’anno 2022, forse pochi ebbero cognizione della mannaia che gravava sulla testa dei cittadini. Pochi si resero conto che da lì a breve “E io pago” sarebbe diventato un “triste” ritornello sulla bocca di tanti pattesi.

E’ vero: ci furono tante polemiche perché il Piano era stato approvato da chi, nel corso della precedente legislatura, aveva avversato, su tale argomento, l’amministrazione Aquino, ma probabilmente non fu chiara la pesante conseguenza che avrebbe “colpito” i cittadini.

Il suddetto Piano, infatti, prevedeva l’aumento delle tariffe della Tari del 30 per cento per le utenze domestiche e del  40 per quelle non domestiche. Un’autentica mazzata che, magari, sul momento suscitò qualche levata di scudi, pure da parte di qualche cittadino più informato, ma che poi sembrò cadere nel dimenticatoio. La giustificazione era che essendo rincarati i costi di smaltimento e conferimento in discarica dei rifiuti fosse necessario e non più rinviabile il ritocco (chiamalo “ritocco”) delle tariffe.

In questi giorni in cui a molte famiglie della città sono arrivate e continueranno ad arrivare le bollette della Tari – con importi, in tante circostanze, da capogiro – da pagare (acconto del 70 per cento, pagabile in 2 rate, una ad aprile e una a luglio, mentre il 30 per cento di integrazione “arriverà” a fine anno), ci si sta rendendo conto sulla propria pelle di quanto gravi l’aumento, soprattutto su quelle famiglie che versano in difficoltà.

Molte le segnalazioni arrivate in redazione, alle quali noi, ovviamente, non siamo in grado di fornire adeguate risposte, perché non siamo né impiegati dell’Ufficio Tributi né tantomeno amministratori comunali né siamo titolari di una ditta che si occupa di raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Possiamo solo accogliere le rimostranze, sia di chi si limita ad una semplice critica (“Quando i giochi politici prendono il sopravvento a pagare è sempre e solo il cittadino”) sia di chi “va giù” pesante sull’attuale esecutivo (“Quando hanno adottato il provvedimento si sono resi conto di quello che stavano approvando?”), che doveva essere del cambiamento e, invece, a dire di molti, non lo è. Addirittura, c’è chi sostiene che “si stava meglio quando si stava peggio” o tira in ballo, come spesso si fa in situazioni simili, Tomasi di Lampedusa, sempre adatto al moderno gattopardismo: “Tutto cambia perché nulla cambi”.

Citiamo solo alcuni dei messaggi che, in rapida successione, quasi i nostri lettori si fossero messi d’accordo, abbiamo ricevuto. “Premetto – scrive uno  – che sono dell’idea che i servizi si paghino, ma se devo pagare certi importi sarebbe il caso di rivedere meglio il servizio”. Sì, perché molti non ritengono equo il tributo anche e soprattutto perché lamentano che il servizio non sia sempre ad hoc:”Soprattutto quando è prevista la raccolta della carta o della plastica, gli eventuali pezzi che nel trasbordo verso il furgoncino cadono a terra non vengono recuperati dagli operatori. Restano lì’. Devo provvedere io o, spesso, il vento, che li trasporta qua e là”.

“Assodato che il porta a porta ha notevolmente fatto lievitare i costi e che l’attuale amministrazione ha ereditato precedenti aumenti – incalza un altro pattese – si dovrebbero mettere in atto un miglioramento del servizio e uno sgravio delle bollette, visto che ormai la differenziata è ben avviata e non è possibile che i cittadini non abbiano alcun beneficio. E i correttivi li deve apportare l’attuale amministrazione”.

A tal proposito, parecchi citano altri comuni dove i più “virtuosi” vengono “premiati” con sgravi proprio sulle bollette. 

Tanti avanzano dubbi e perplessità sulla destinazione dei fondi raccolti e non risparmiano severe illazioni: “Dove vanno a finire ? Servono per finanziare il Carnevale ? O la pista di ghiaccio ? O qualcos’altro che sicuramente non è per garantire i servizi ai cittadini ?”

C’è chi ritiene esagerato il 5 per cento di addizionale provinciale Tefa (Tributo per l’esercizio delle funzioni ambientali), c’è chi avanza anche una proposta: “Lascerei il porta a porta solo a Patti centro e realizzerei delle buone isole ecologiche e non a Mulinello”.

Alcuni hanno in programma di recarsi di persona all’Ufficio Tributi (i malcapitati impiegati si prendono improperi e rimostranze senza avere alcuna responsabilità diretta) per chiedere delucidazioni “perché in ufficio, per 60 metri quadri – è una delle tante rimostranze – solo di acconto dovrò pagare quasi 200 euro. Assurdo. I benefici della raccolta differenziata non possono andare al privato di turno, che sicuramente avrà costi elevati ma avrà anche utili elevati”.

Poi, un richiamo al passato: “Il bello è – evidenzia un cittadino, particolarmente arrabbiato e deluso – che all’amministrazione Aquino hanno messo il bastone tra le ruote. Ce l’hanno un briciolo di decenza ?”

Addirittura c’è chi propone, come atto estremo ed eclatante, di andare a depositare i rifiuti davanti alla sede municipale.

Infine, c’è chi ci lancia un sondaggio che dovrebbe coinvolgere tutti i cittadini: “Quale soluzione ritieni valida per diminuire i costi della Tari”.

Sarebbe davvero un modo veramente democratico di dibattere la questione e giungere ad accorgimenti più che necessari, perché chi non sa come sbarcare il lunario, spesso avendo sulle spalle una famiglia, non può sostenere simili balzelli. 

Anche per rispondere ad un altro nostro lettore che cita un detto siciliano: “Megghiu u tintu pruvatu ca u novu a pruvari”.

Nicola Arrigo

 
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