PATTI – La pandemia anestetizza le festività, i contagi crescono repentinamente. Priorità: rispettare le regole.
Aspetti le festività per “trovare” un po’ di pace e si serenità, dopo il tran tran, spesso vorticoso, della quotidianità; aspetti le festività per condividere giornate, anche e soprattutto a tavola, con i parenti; aspetti le festività per trascorrere del tempo con gli amici. E, invece, ti ritrovi in un tourbillon per certi versi inaspettato e ti rendi conto che il covid è tornato a ritmare le giornate, anzi gli attimi.
Ti rendi conto che ogni programma, personale e familiare, “salta”, perché la pandemia la fa di nuovo da padrona e ti costringe a rivivere sensazioni, paure, incertezze, che dopo il lockdown sembravano far parte, ormai, solo dei ricordi. Anzi, rispetto a prima, ti senti ancora più ansioso, perché l’”omicron” si diffonde a macchia d’olio, i contagi crescono repentinamente, nessuno può sentirsi al sicuro.
Anche a Patti i “numeri” fotografano chiaramente tale situazione; sebbene nelle ultime ore non siano stati forniti dati ufficiali, le file al drive dell’ospedale “Barone Romeo” o nei laboratori per “fare il tampone” sono un segno inequivocabile di come la situazione sia, nuovamente, al limite, anzi, forse, oltre il limite.
Tamponi che, a volte, non si riesce a processare con la dovuta celerità, perché la mole di lavoro è considerevolmente cresciuta. Ed anche nella nostra città, il più delle volte sono i più piccoli il “veicolo” e così intere famiglie si ritrovano contagiate.
Giocoforza, il comune ha dovuto annullare tutte le manifestazioni in programma, così come parrocchie, associazioni, che, magari, avevano organizzato qualche evento in autonomia. Quindi festività in tono minore, senso della festa quasi sopito, le stesse chiese non affollate di fedeli, per strada incontri fugaci e saluti a distanza. Fermo restando che, comunque, c’è chi continua a perseverare a non usare la mascherina o ci sono gruppi che, di fatto, creano assembramenti.
In questo momento, il nostro pensiero è rivolto, con grande affetto e vicinanza, a quanti sono costretti a stare chiusi in casa perché contagiati o in isolamento. A loro – per i quali le festività stanno avendo un sapore a dir poco amaro – auguriamo di poter guarire al più presto per poter tornare “liberi” ai loro affetti e alle loro occupazioni.
Proprio al pensiero a coloro per i quali le festività non sono, di fatto, tali, diventa ancor più indispensabile il rispetto delle regole, perché da esso dipende la salute ed il benessere di tutti.
E’ vero: è un ulteriore, sicuramente gravoso, sacrificio, perché pensavamo che distanziamento, tracciamento, tampone – rapido e molecolare – quarantena, restrizioni, fossero termini “superati”, che, invece, purtroppo, sono tornati di pressante e preoccupante attualità.
E’ ancora una volta il momento di stringere i denti, resistere, affrontare le difficoltà, perché, come disse Papa Francesco in una Piazza San Pietro desolatamente vuota, il 27 marzo 2020, “siamo tutti sulla stessa barca”. Stiamo facendo, di nuovo, i conti, pure in una piccola realtà come Patti, con la nostra fragilità, ma ciò non deve portarci alla disperazione, non deve fare prendere il sopravvento alla paura, ma deve darci la spinta per trovare l’unità necessaria per ripartire. Insieme, sempre e comunque !
Nicola Arrigo
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