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PATTI – La Messa Crismale celebrata nella Basilica Santuario di Tindari.

PATTI – La Messa Crismale celebrata nella Basilica Santuario di Tindari.
Maggio 29
16:42 2020

“Cari fratelli e sorelle, da questo luogo sacro che ci parla della fiducia di Maria impariamo ad accrescere la fede nel Signore e ascoltiamo con docilità la Sua Parola che in un tempo come l’attuale ci invita a fidarci ancor di più di Lui perché la nostra presenza di Chiesa, inviata nel mondo che si presenta spesso come mare agitato da eventi inattesi, confermi la certezza che Gesù non ci abbandona mai, è sempre con noi”. Così monsignor Guglielmo Giombanco ha concluso la sua omelia pronunciata durante la Messa Crismale, celebrata nella Basilica Santuario di Tindari. Secondo tradizione, avrebbe dovuto celebrarsi il Giovedì Santo, ma non è stato possibile per l’emergenza dettata dal Covid-19. Oltre ai sacerdoti della diocesi di Patti, che hanno rinnovato le proprie promesse, hanno concelebrato i due Pastori che hanno preceduto monsignor Giombanco alla guida della Chiesa pattese, monsignor Carmelo Ferraro e monisgnor Ignazio Zambito, a cui il vescovo ha espresso “la gratitudine perché con la loro presenza confermano i vincoli di affetto e di ministero che li legano alla nostra diocesi, nella quale hanno seminato ottimi semi evangelici nei solchi della sua storia ecclesiale”. Presente anche una rappresentanza di fedeli laici e di religiose. 

“Abbiamo vissuto un tempo di privazioni nel ministero e nelle relazioni interpersonali – ha rimarcato monsignor Giombanco nell’omelia – che ha sconvolto i nostri programmi, le nostre agende, le nostre priorità e ci ha resi inaspettatamente fragili e vulnerabili, ma è stato anche un tempo fecondo di bene e carico di speranza attinta dalla Risurrezione di Cristo”. “Questo tempo – ha proseguito il vescovo  – chiede a noi presbiteri di essere ministri di consolazione; in un tempo di difficoltà e di incertezze come quello che stiamo vivendo il nostro compito è consolare coloro che sono afflitti da vari prove, esprimere vicinanza a chi ha il cuore inaridito per mancanza di affetto e di comprensione, ridare speranza a chi è smarrito, farsi prossimo a chi vive l’angoscia della solitudine.

Un tempo che educa a condividere le prove e le fatiche del popolo che se vissute insieme fanno nascere e alimentano la fiducia nella vita. Questo è il tempo propizio per confermare, con la nostra testimonianza, la certezza che il Signore è con noi, ci sostiene, ci aiuta e ci indica nuove vie per servire il suo popolo”. “Dobbiamo ancora essere – ha aggiunto monsignor Giombanco  – ministri di speranza. La situazione che stiamo vivendo mostra i segni di un travaglio umano che accomuna tutti e chiede noi presbiteri di essere testimoni di speranza tenendo fisso lo sguardo della fede in Cristo Risorto. Chi incontra noi, deve percepire la presenza del Risorto che invita a non atterrare la speranza nei momenti di buio e di incertezza. Dobbiamo percorrere tutte le strade possibili per portare negli ambienti dove l’uomo soffre la speranza generata dal Risorto come buona ragione per vivere. Il nostro compito di pastori è annunciare a tutti che il Risorto è veramente il testimone fedele, colui che mantiene viva la fedeltà di Dio che negli eventi della storia spesso sfugge all’occhio dell’uomo, ma appare allo sguardo della fede. Saremo veramente ministri di speranza se la nostra vita e il nostro ministero sono radicati in Cristo Risorto”.

“Ancora – ha esortato il vescovo – dobbiamo essere ministri oranti per il popolo. Come presbiteri non dobbiamo mai tralasciare il nostro dovere primario di pregare per il popolo che ci è affidato. Quello che abbiamo vissuto in questi mesi ci ha riportati a valorizzare la cosa più importante del nostro ministero: la preghiera che è stata sempre presente, ma che oggi siamo chiamati a vivere con una consapevolezza rinnovata. Questo tempo nel quale siamo stati sottratti a tanti impegni pastorali ci ha spinti a tornare al posto che ci spetta: raccolti in preghiera per parlare a Dio del nostro popolo e pronti ad ascoltare la Sua Parola e la presenza del Signore. La preghiera ci aiuta a capire in profondità il nostro ministero e ci dona anche la luce per leggere con evangelica umiltà e ricchezza di umanità le attese, le angosce e le gioie dei nostri fratelli e delle nostre sorelle che forse conosciamo ben poco e meritano maggiore ascolto e comprensione. Il nostro compito è annunciare con la forza della vita il Vangelo, incarnato in parole e gesti umani, per permettere agli uomini di vivere umanamente il rapporto con Dio altissimo e invisibile attraverso la nostra testimonianza”. 

Durante la celebrazione, il vescovo ha benedetto il sacro crisma, l’olio dei catecumeni e l’olio degli infermi che serviranno per amministrare i sacramenti.

Alla fine della celebrazione, monisgnor Giombanco ha annunciato che il Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione ha accolto la richiesta della diocesi di Patti per cui Papa Francesco ha nominato Missionari della Misericordia don Sebastiano Morsicato e Frà Felice. I Missionari della Misericordia, un migliaio circa in tutto il mondo, ricevono dal Papa le sue stesse facoltà di assolvere i peccati che sono di stretta competenza della Sede Apostolica.

Nicola Arrigo

 
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