PATTI – Inaugurata mostra “Sub tutela Dei” – il giudice Rosario Livatino.
“Sub tutela Dei” – il giudice Rosario Livatino –“ è il titolo della mostra, su iniziativa del Centro di Solidarietà “Massimiliano Kolbe” di Patti, sarà ospitata, fino a domenica 12 febbraio, nel Convento di San Francesco. La stessa è stata inaugurata con un incontro-dibattito, moderato da Giovanni Scardino, responsabile di Comunione e Liberazione della diocesi di Patti, al quale hanno partecipato il vescovo monsignor Guglielmo Giombanco, autorità civili e militari, operatori della scuola e della giustizia, tanti cittadini e al quale hanno dato il proprio contributo la dottoressa Anna Adamo, magistrato pattese in servizio presso la Corte d’Appello di Messina, e Salvatore Taormina, uno dei curatori della mostra.
La luminosa figura del “giudice ragazzino”, assassinato dalla mafia il 21 settembre 1990, beatificato il 9 maggio 2021, è stata ovviamente al centro dell’attenzione, una figura non del passato ma che ha tanto “da dire” e “da insegnare” ai nostri giorni “per la sua coerenza, la sua responsabilità, la sua capacità di guardare all’imputato prima di tutto come persona” – ha evidenziato il vescovo monsignor Giombanco -. “Il bene che egli ha seminato – ha aggiunto – permette che egli viva oltre il tempo e oltre la morte, perché le persone che hanno seminato nei solchi della storia dell’umanità continuano a vivere e ad essere presenti”.
Concetto questo, ripreso pure da Salvatore Taormina: “Livatino è una persona di straordinaria attualità che può dire tantissimo non solo a chi opera nel mondo della giustizia, ma a ciascuno di noi, offrendo una profondità di sguardo e di relazione con la realtà e dello stare nell’ordinario, che oggi è una possibilità di impegno per tutti. Livatino ci dice oggi quanto sia importante la ricerca della verità e del senso più profondo delle cose e delle persone che abbiamo di fronte”.
Proprio “chi aveva di fronte”, sebbene imputato di un reato, stava a cuore a Livatino che, come ricordato dalla dottoressa Adamo, “viveva quasi un dissidio interiore, addirittura un tormento, chiedendo sempre la luce divina per emettere il proprio giudizio”. “A volte – ha confidato la dottoressa, che ha fatto specifico riferimento principalmente agli anni in cui è stata Gip presso il Tribunale di Barcellona, – anch’io avverto la stessa sensazione e provo sempre a tenere presente che dietro i fascicoli cartacei o telematici c’è sempre una persona che, anche se ha sbagliato, va amata. Per questo, ogniqualvolta debba assumere una decisione, alzo sempre lo sguardo verso il Crocifisso, che mi è stato donato da mia sorella, che mi ha accompagnato e mi accompagna in tutte le sedi in cui ho svolto e svolgo il mio servizio”.
La mostra potrà essere visitata tutti i giorni dalle 9 alle 18.
Sabato prossimo, 11 febbraio, è in programma un convegno conclusivo sul tema “Rosario Livatino, identità, martirio e magistero”, che prenderà spunto dal libro di don Pio Sirna e che sarà moderato da Marco Conti Gallenti, avvocato del Foro di Patti. Allo stesso daranno il proprio contributo Gaetano Ruta, Procuratore Europeo presso la sede di Milano, e Paolo Corsini, docente dell’Università degli Studi di Parma.
Nicola Arrigo
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