PATTI – In un clima di forte commozione la comunità pattese ha “salutato” Giovanni Cipriano, tragicamente deceduto in un incidente stradale.
Nella chiesa “Santa Febronia” di Case Nuove Russo, per la cui ristrutturazione aveva messo a disposizione la sua professionalità di architetto, la comunità pattese ha “salutato” Giovanni Cipriano, 67 anni, tragicamente deceduto in un incidente stradale, verificatosi in località Canapè nella mattina di giovedì scorso; lo stimato architetto, amico di tutti, ha impattato con la sua Yamaha con una Lancia Ypsilon, guidata da un giovane.
Le sue condizioni sono parse subito critiche e Cipriano, nonostante i tentativi di salvarlo, è spirato nel pomeriggio all’ospedale “Barone Romeo”.
Una morte che ha lasciato la città attonita, sgomenta, incapace di “dare un senso” a quanto accaduto. Un senso che non si riesce a trovare nemmeno oggi, a distanza di una settimana, e che forse – ma non servirà certo a lenire il dolore e a colmare il vuoto – potrà trovarsi quando la Procura della Repubblica di Patti completerà le indagini.
Amore è stata la parola che ha caratterizzato la celebrazione delle esequie. Nella sua omelia, il parroco, don Carmelo Paparone, ha esordito ripetendo la frase di Gesù, nel brano del vangelo di Matteo che è stato proclamato, “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato ?”: “Chissà quante volte, durante gli ultimi giorni ci siamo posti tale domanda. Chissà se lo stesso Giovanni non se la sia posta al momento dell’incidente, nel tormento del suo dolore”.
“La tomba, però, – ha aggiunto padre Paparone – non può essere la parola definitiva, perché l’amore è eterno. Giovanni ha seminato amore in famiglia, tra gli amici, con la sua professione. Lui, appassionato di moto e di vela, ora….corre verso Dio. Nell’eternità dell’amore, vive per sempre”. “In questo momento in cui le parole non dicono nulla – ha concluso, rivolto specificamente alla moglie Sara e ai figli Selene e Ruben, – aggrappatevi all’amore”.
Amore è stata la parola ripetuta più volte anche dal figlio Ruben nel suo intervento alla fine della messa: “Avremmo avuto ancora tanto da fare insieme, tanto da raccontarci, ma la vita, a volte, è ingiusta. Tutto quello che faremo sarà per te e con te, perché tu ci ha insegnato ad amare con lo stesso amore che hai sempre avuto verso la mamma e verso di noi figli”.
All’uscita dalla chiesa, in un clima di forte commozione, il lancio di palloncini e un lungo applauso hanno “accompagnato” Giovanni Cipriano.
Non lo si vedrà più fisicamente con la sua inseparabile moto lungo le strade di Patti, ma sarà difficile, molto difficile, dimenticarlo.
Nicola Arrigo
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