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PATTI – Gran Carnevale Storico. “Rivedere” tutto, affinchè possa essere davvero “grande” e “storico”…

PATTI – Gran Carnevale Storico. “Rivedere” tutto, affinchè possa essere davvero “grande” e “storico”…
Febbraio 26
17:12 2020

Stamattina mi ha incontrato un amico e mi ha chiesto: “Non scrivi niente sul carnevale pattese ?” Invero sono stato molto combattuto, perché inizialmente avevo pensato di “tacere”, poi ho deciso che sarebbe stato un grave errore di omissione e, allora, “accontento” il mio amico. Tanto per non smentirmi, mi soffermo su quelle che, a mio avviso, sono delle “acute note stonate” che inficiano sensibilmente sulla riuscita, sulla credibilità e sulla forza attrattiva del Carnevale Pattese.

Intanto, vorrei capire perché sia “Gran Carnevale Storico”, visto che di…grande si è visto ben poco e di…storico ancora meno. Si può definire grande un carnevale dove, di anno in anno, carri allegorici e gruppi mascherati diminuiscono sempre più ? Si può definire “grande” e “storico” un carnevale che – credo sia stato evidente – ha richiamato poche persone, nonostante sia propagandato come volano turistico ed economico ? Emerge, allora, chiara e inconfutabile la necessità di “rivedere” tutto, dall’organizzazione alla realizzazione, affinchè il carnevale pattese possa essere rilanciato e possa essere, a pieno titolo, definito “grande” e “storico”.

E’ vero che è un periodo di magra per reperire fondi, ma occorre studiare “qualcosa” che permetta a chi lodevolmente spende tempo e denaro per essere l’”anima” del carnevale, di avere una base certa.

C’è chi ha polemizzato in merito alla decisione di far svolgere la sfilata di martedì nonostante la situazione di allarmismo derivante dallo “spauracchio” coronavirus. Al di là delle posizioni contrastanti, accettabili se rientrano in un’autentica dialettica, meno se si tratta esclusivamente di sterile polemica, il Carnevale Pattese, ed anche l’edizione appena archiviata lo ha confermato, ha da anni un altro virus – che mi permetto ribattezzare “pattesevirus” – da cui bisognerebbe guardarsi con una minuziosa profilassi (e non c’è bisogno di ricorrere alla prova del tampone per accertare se si sia contagiati o meno). Un virus che nuoce gravemente alla “salute” di chi volesse assistere in santa pace alla sfilata e alla credibilità stessa della manifestazione. E’ il virus che attacca, purtroppo, spesso in modo inguaribile, chi pensa che l’unico modo per divertirsi sia quello di “sballare”, diventando un rischio per sé e per gli altri.

Encomiabile, indubbiamente, l’opera svolta dalle forze dell’ordine, ma, purtroppo, stando a quanto si è visto, parecchi sono riusciti a sfuggire ai controlli, perdendo, di conseguenza, il…proprio autocontrollo. In preda ai fumi dell’alcool (a conferma di quanto ribadiamo spesso, che, cioè, non basta scrivere le ordinanze se poi non sono applicate e fatte rispettare a pieno, da tutti) c’è stato chi ha pensato bene di….divertirsi scatenando qualche rissa.

L’aspetto più deprimente ed allarmante (mi aspetto, come sempre, che ci sarà qualcuno a tacciarmi di essere eccessivamente drastico) è stato vedere anche ragazzini e ragazzine (forse più dei primi) col bicchiere in mano, ovviamente pieno, o con bottiglie di vino od altro nello zainetto in spalla (mi risulta che non sono mancati coloro che sono finiti al Pronto Soccorso).

A mio avviso è una questione da affrontare radicalmente, perché, evidentemente, gli incontri e i dibattiti organizzati a scuola non bastano a creare la mentalità che il divertimento sia ben altro.

Altri si sono limitati alla “semplice minaccia” o a insulti verbali, magari prolungati, senza nemmeno ascoltare l’adulto che, dal bordo della strada o dal balcone della propria abitazione, li invitava a smetterla e a divertirsi sereni.

Io non voglio trarre conclusioni affrettate, ma c’è il rischio di essere entrati in un tunnel senza uscita, convinti sempre più che tutto sia normale e lecito, quando, per principio, si sa benissimo che non è per niente così. E non credo che tale scenario serva a rendere “grande” e “storico” il Carnevale Pattese !

E qui ribadisco, per l’ennesima volta, la necessità di una piena, irrinunciabile sinergia tra le varie agenzie educative, in primis la famiglia. Perché non ritengo sia normale che un ragazzino, una ragazzina possano, senza alcun controllo dei genitori, pensare che divertirsi significhi ubriacarsi e sballare. Quando il figlio, la figlia tornano a casa in evidente stato di alterazione, a meno che non riescano – se ce la fanno – a raggiungere di soppiatto la propria stanza, quale reazione suscitano nei genitori ? Non voglio colpevolizzare alcuno, il mio non è un giudizio, è un’amara constatazione.  E non prendiamocela sempre e solo col contesto, con l’influenza negativa del gruppo, con la società in genere; non giustifichiamoci dicendo che “è così dappertutto”; assumiamoci le nostre responsabilità e proviamo ad essere educatori anche e soprattutto sul valore supremo della vita, propria e degli altri.

La mia potrà sembrare retorica, poesia; ritengo, invece, sia la vera scommessa, per vincere, tutti insieme, il “pattesevirus” . Chissà che non sia il primo, fondamentale passo per far sì che il Carnevale Pattese sia davvero “grande” e “storico”.

Nicola Arrigo

 
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Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

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