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PATTI – Giovedì sera porte aperte al Beniamino Joppolo per ”Fimmina Morta”, primo spettacolo di ”Scena Nuda”

PATTI – Giovedì sera porte aperte al Beniamino Joppolo per ”Fimmina Morta”, primo spettacolo di ”Scena Nuda”
Ottobre 14
17:01 2014

scenanuda_001Ci siamo: giovedì sera alle 21,30 occhi puntati sul palcoscenico del teatro Beniamino Joppolo per la prima di Scena Nuda, la rassegna teatrale dell’associazione Filokalòn che, sotto la direzione artistica dell’attore e regista Michelangelo Maria Zanghì, inaugurerà di fatto la stagione invernale del teatro pattese. Per un debutto in grande stile ci si affiderà al “Teatro dei Servi Obbedienti”, compagnia che porterà in scena “Fimmina Morta”, piéce teatrale di Federica Amatuccio ispirata a “Nostra Signora dei Tarocchi”.

Protagonista è “Brucia”, personaggio nel quale convivono tre donne e un’anima frammentata e irrequieta che si tormenta in un ambiente freddo, ostile e malsano. Imprigionata in una dimensione sospesa tra conscio e inconscio, apparentemente senza possibilità di contatto con se stessa, Brucia sarà spinta alla liberazione da Orazio, l’uomo che lei ama e che la trascinerà in un vortice di bellezza e di armonia in cui trovare la felicità, anche se solo per un attimo. Orazio rappresenta per Brucia la terra, la vita reale, la stabilità e il calore dell’amore e della famiglia: tutto ciò che lei desidera e allo stesso tempo respinge perché incapace di amare realmente qualcuno. Ma chi è veramente Brucia? Chi sono le tre anime che si agitano in lei? Brucia è una donna, è una città, ma è anche una comunità soffocata da un’industrializzazione malata che le ha impedito qualsiasi altra forma di sviluppo, chiudendo ogni orizzonte alla sua vista, impedendole l’amore per sé e per gli altri, precludendole ogni forma di bellezza e allontanandola da qualsiasi speranza di cambiamento.

Lo spettacolo “Fimmina Morta” nasce dall’esigenza di esprimere il sentimento di malinconia e di non appartenenza che contraddistingue tutte le persone che vivono, non per scelta, in luoghi eccessivamente industrializzati, in territori un tempo floridi trasfigurati ormai in un ambiente innaturale e desolato. Ad ispirare questa rappresentazione è Gela: città siciliana sventrata dal cancro di un’industrializzazione selvaggia e irrispettosa della vita e dei luoghi in cui quella stessa vita si agita. Lo stabilimento petrolchimico, o meglio, il “Mostro” da più di mezzo secolo distrugge qualsiasi prospettiva di sviluppo mettendo a repentaglio la salute dei gelesi. Dalla percezione di una città ormai divorata dai meccanismi contorti di un capitalismo famelico prende forma “Fimmina Morta”, rappresentazione in cui un’intera città assume le sembianze di una donna, Brucia, condannata all’infelicità e al non-amore. Con lei Orazio, anch’egli condannato a combattere un ambiente ostile, freddo e malato che ridurrà infine i due amanti all’impotenza, soffocando per sempre il loro amore.

Regia e scenografia: Federica Amatuccio
Adattamento teatrale: Federica Amatuccio; Andrea Gianessi
testi: Luigia Ferro, Martina Libertà
Musiche originali: Andrea Gianessi
Canzoni: Rosa Balistreri
Regia video: Davide Ricchiuti
Riprese video: Daniele Bisceglia
Costumi: Martina Mondello
Luci e grafica: Pascal Fausto Amatuccio

Personaggi:
Brucia Attrice: Sara D’Angelo
Brucia Danzatrice: Valeria Iudici
Brucia Cantante: Francesca Lateana
Orazio Danzatore: Antonio Bissiri
Orazio Chitarrista: Andrea Gianessi

UFFICIO STAMPA SCENA NUDA

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

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