PATTI – Giornata della Legalità, nel ricordo della strage di Capaci di 31 anni fa. Il dottor Ugo Scavuzzo ha incontrato gli alunni dell’I.C. Lombardo Radice
“Quel 23 maggio 1992 ha influito in modo determinante sulla mia vita”. Così ha chiosato il dottor Ugo Scavuzzo, presidente della Sezione Penale del Tribunale di Patti, nel suo incontro con gli alunni della Scuola Secondaria di Primo Grado dell’Istituto Comprensivo “Lombardo Radice”, delle sedi “Bellini” e Montagnareale, che si sono “ritrovati” per celebrare la Giornata della Legalità, nel ricordo della strage di Capaci di 31 anni fa.
“Una giornata – ha evidenziato nel suo saluto la dirigente dell’istituto “Lombardo Radice”, dottoressa Antonina Milici, – che ci permette di rifletter, perché la nostra terra, bellissima, spesso ha vissuto e vive la deriva della mafia. Una giornata che vuole essere anche un impegno a fare ciascuno la propria parte per promuovere la legalità”.
Tema ripreso anche dal professore Sandro Musarra, che ha curato l’organizzazione dell’evento, il quale ha evidenziato che “sempre, per ogni avvenimento, c’è un prima e un dopo. Il 23 maggio 1992 ha cambiato, pur con la sua tragicità, la storia della Sicilia e ci ha proiettato verso un domani migliore, smuovendo la coscienza civile e dando a tutti la consapevolezza di doversi impegnare per cambiare la realtà”. Per questo ha sottolineato “l’importanza di giornate come questa, che non intende essere un semplice ricordo, quanto, piuttosto, l’impegno concreto ad essere migliori, tutti, nessuno escluso, nelle piccole cose di ogni giorno”.
Entrando in grande empatia con i ragazzi, grazie anche alla semplicità della sua esposizione, comunque efficace e “sentita”, il dottore Ugo Scavuzzo è “tornato” a 31 anni fa e alle sensazioni che quell’attentato suscitò in lui, a tal punto da fargli decidere di intraprendere gli studi per diventare magistrato. “Falcone, e anche Borsellino, – ha spiegato – hanno dato la vita per adempiere il loro dovere, legati com’erano al loro lavoro e al loro impegno di lottare contro la mafia. Falcone capì che bisognava….toccare il denaro, gli affari economici e con un lungo, meticoloso lavoro, scoperchiò il sistema, aprendo la strada ad un modo nuovo di combattere la mafia e, soprattutto, riuscendo a rompere il muro di silenzio”. Scavuzzo, che ha insistito più volte sull’”importanza del lavoro di squadra”, ha invitato i ragazzi “ad avere il coraggio di denunciare”, esortandoli “all’impegno e alla solidarietà, perché lo studio vi rende liberi, vi fa essere cittadini migliori, vi garantisce un futuro”. Ha, quindi, interloquito con gli alunni, che gli hanno posto parecchie domande, dal parallelo tra la mafia del passato e quella di oggi, fino ad arrivare alla “mafia dei Nebrodi”, dallo svolgimento di un’indagine alla celebrazione di un processo, dalla vita privata a quella professionale.
Infine, alcuni alunni hanno presentato dei cartelloni nei quali hanno toccato vari aspetti della mafia, incentrando l’attenzione su alcune vittime (ad esempio, Attilio Manca e don Pino Puglisi) e ribadendo il proprio “no” che dovrà tramutarsi, sempre, in gesti concreti.
Nicola Arrigo
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