PATTI – ”Dopo 33 anni ti lascio …” Massimo Spinella abbandona il calcio tra i meritati onori
Capire quando è il momento di “appendere le scarpette al chiodo” anche se la passione ti spinge a continuare. Ricevere tanti attestati di stima da chi è stato compagno o avversario sul campo e ti è rimasto fortemente legato.
Conoscendolo, non sarà stato facile per Massimo Spinella decidere di lasciare il calcio che lo ha visto protagonista, con varie maglie, per tantissimi anni.
Alla fine, però, la ragione ha prevalso sul…cuore e così “Spina” ha detto “basta”.
Due anni fa era stato lapidario: “Voglio vincere un altro campionato con la squadra della mia città e poi mi potrò fermare”. Il difensore è stato….quasi di parola; ha contribuito in maniera determinante a “portare” la Nuova Rinascita in Promozione al termine della stagione 2018/19; però, consapevole che la sua esperienza avrebbe potuto essere fondamentale, non si è subito messo da parte ma ha continuato con la maglia bianconera pure nell’ultima stagione, interrotta per l’emergenza sanitaria, e ora, alla vigilia di un nuovo campionato, ha definitivamente deciso di lasciare l’attività agonistica.
“Dopo 33 anni – ha scritto in un post su facebook in cui si rivolge al calcio come ad uno di…famiglia – ti lascio; è arrivato il momento di salutarci. Non posso che dirti grazie per tutte le emozioni che mi hai fatto provare, vittorie e sconfitte, sorrisi, pianti; mi hai fatto passare un pò tutto, ma una cosa importante che mi hai regalato sono i tanti amici che oggi mi ritrovo. Lascio uno sport meraviglioso che non sarà facile dimenticare e abbandonare ma a tutto c’è sempre una fine. Ringrazio tutti i miei compagni di squadra, i miei avversari, i miei tanti allenatori e tutte le società che hanno avuto fiducia in me”.
Difensore roccioso, aitante, trascinatore indiscusso, grande motivatore, Massimo Spinella ha giocato oltre che con il Patti Calcio e la Nuova Rinascita Patti, con Sant’Agata, Due Torri, Iniziativa San Piero Patti, Mazzarrà, Cefalù, Umbertina, Tiger Brolo, lasciando sempre il “segno” per il suo attaccamento alla maglia, per il suo spirito di sacrificio, per la sua capacità di essere di esempio per i più giovani. A “palla ferma”, “Spina” ripercorre, come in un lunghissimo film, alcuni momenti della sua carriera e non ha dubbi ad individuare nella promozione in Serie D con il Patti Calcio (lui, ancora giovanissimo, lanciato da mister Nicola Trimarchi e diventato pilastro insostituibile per tutta la stagione) al termine del campionato di Eccellenza 1995/96 il momento più bello della sua carriera: “Logico e scontato – sottolinea – perché vincere con la squadra del proprio paese ha un gusto più bello”. Ovviamente, non sono mancati momenti difficili “da digerire”; Spinella ne evidenzia due: “La squalifica subita nella stagione 2018/19 di sei giornate, per un episodio relativo al campionato precedente, quando giocavo con l’Umbertina. Per me è stato peggio di una pugnalata, perché mi ha….fermato proprio mentre stavo trascinando la Nuova Rinascita verso la promozione”. “L’altro bruttissimo ricordo – prosegue Spinella – è legato alla sconfitta in casa contro l’Internapoli che è costata al Due Torri la promozione in Serie D”.
In questo processo di “revisione”, Spinella individua pure il pregio ed il difetto più grandi: “Il pregio è quello di non mollare mai, di essere un combattente nato, un leader e un uomo-spogliatoio. Il difetto è che, a volte, sono troppo presuntuoso”.
Come evidenziato precedentemente, Spinella ha saputo instaurare ottimi rapporti con tutti, allenatori, dirigenti e compagni, che sono durati nel tempo, per cui non riesce a fare “una scala” di chi abbia inciso di più sulla sua carriera: “Ho avuto sempre un grande rapporto con i miei allenatori, perché sapevano che ero un trascinatore e, quindi, andavamo sempre d’accordo. Ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa. Sono legato a tutti e sono ancora oggi in contatto con loro. Lo stesso si può dire per i tanti compagni con cui, in tanti anni, ho condiviso la mia splendida avventura calcistica”.
Qualcuno pronostica che “Spina” potrebbe ripensarci; il diretto interessato, però, garantisce che non sarà così, anche se non si “staccherà” totalmente dal mondo del calcio perché continuerà, come già fatto negli ultimi anni, a “lavorare” con i giovanissimi: “Mi piace farlo perché è il calcio pulito, dove vieni guardato e ascoltato. Purtroppo, non esiste più il calcio che ho praticato io; oggi ci sono troppi viziati e, soprattutto, si è persa la cultura del lavoro e del sacrificio, quella che realmente ti portava ad amare questo sport. E se io ho giocato fino a 47 anni è proprio perché amo questo sport con tutto me stesso”.
“!E’ ovvio – conclude Spinella – che il calcio mi mancherà. Mi ha dato tanto e credo che anch’io ho dato, impegnandomi con tutto me stesso”.
Proprio per questa ragione, tantissimi amanti del calcio, e non solo, gli hanno tributato i meritati onori, perché, è proprio il caso di dire, ha dato sempre il…..Massimo !
Nicola Arrigo
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