PATTI – Correntista rimane per giorni con il conto pignorato nonostante l’ordinanza del Tribunale disponeva lo svincolo.
Una correntista è rimasta per 5 giorni con il conto corrente bloccato, sebbene un Ordinanza del Giudice dell’Esecuzione del Tribunale di Patti avesse ordinato lo svincolo del Conto.
Nel mese di marzo 2020, una Banca di Patti, in virtù di un pignoramento, vincola il c/c della correntista. A seguito dell’inerzia del creditore nell’iscrizione a ruolo, la correntista, difesa dall’Avv. Marco Oreste Stefano del Foro di Barcellona con studio anche in Librizzi, presenta istanza di inefficacia del pignoramento.
Il 16 ottobre il Giudice dell’Esecuzione del Tribunale di Patti accoglie l’istanza dell’Avv. Stefano in quanto il creditore non ha depositato nei termini di legge le copie conformi del titolo esecutivo, del precetto e dell’atto di pignoramento. Pertanto, il Giudice ordina alla banca di svincolare il c/c della Correntista.
Sebbene il provvedimento del Giudice sia stato notificato a mezzo pec e a mezzo Ufficiale Giudiziario, la Banca non provvede alla svincolo delle somme.
Sicché la correntista, tramite l’Avv. Stefano, diffida l’Istituto di credito ad ottemperare all’ordine del giudice, avvisando che in mancanza sarebbe stata presentata denuncia-querela e che, allo stesso tempo, si sarebbe proceduto ad esecuzione forzata. Nella diffida la correntista si riservava di richiedere il risarcimento dei danni subiti, in quanto il c/c era strumentale all’esercizio dell’attività di impresa.
La Banca non solo non sbloccava il conto, ma non rispondeva né al telefono né alle diffide. Conseguentemente la correntista ha presentato formale denuncia querela e ha notificato un atto di precetto all’Istituto inadempiente, intimando di ottemperare all’Ordinanza del Giudice e di pagare le spese legali.
Solo il giorno dopo la notifica dell’atto di precetto la banca ha sbloccato il conto della Correntista e, nei giorni successivi, ha versato le relative somme a titolo di compensi legali, evitando così l’esecuzione forzata a cura dell’Ufficiale Giudiziario.
“Accade spesso che le banche, nonostante l’ordine del Giudice, si prendono illegittimamente dei tempi tecnici per sbloccare un conto corrente – afferma l’Avv. Stefano. “Ciò non è conforme ai principi ispiratori dello Stato di diritto – prosegue il legale- in quanto non è ammissibile che la Banca per sbloccare un conto impieghi dei giorni, mentre per bloccarlo in presenza di un pignoramento impiega pochissimi minuti. E’ chiaro che la Banca debba immediatamente bloccare il conto quando l’ufficiale giudiziario notifica un pignoramento: parimenti, la Banca deve avere la stessa celerità nell’ottemperare ad un ordine del Giudice con cui si dispone lo svincolo delle somme, senza attendere i tempi tecnici. Mantenere vincoli non dovuti su un c/c rappresenta una grave compressione dei diritti costituzionalmente garanti. Abbiamo provato tutte le soluzioni – conclude l’Avv. Stefano – per evitare di presentare la denuncia e di notificare l’atto di precetto: ma di fronte all’inerzia della Banca siamo stati costretti ad operare in tal modo. Solo con la notifica del precetto, che preannuncia l’esecuzione forzata, l’Istituto di credito ha provveduto a sbloccare il c/c”. La notifica dell’atto di precetto, infine, ha comportato l’obbligo per la Banca di pagare le spese legali, che non sarebbero state dovute se avesse ottemperato immediatamente all’Ordine del Giudice”.
Vicenda a lieto fine che tuttavia pone l’accento su un argomento spinoso, soprattutto in un momento storico in cui le attività economiche sono in crisi a causa dell’emergenza sanitaria.
Redazione
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