PATTI – Celebrazione apertura del Giubileo ordinario nella diocesi.
“Durante quest’Anno giubilare dobbiamo sentire in noi una sana inquietudine che genera il desiderio di Dio; di colui che può veramente colmare il nostro cuore perché tutti possiamo comprendere che siamo in cammino verso Dio, l’infinito di cui sentiamo tanta nostalgia. Gesù è la Parola di verità assoluta di cui abbiamo veramente bisogno per capire noi stessi e il mondo nel quale viviamo e perché la nostra gioia sia piena”. E’ la consegna che, durante la sua omelia, il vescovo monsignor Guglielmo Giombanco ha dato durante la celebrazione di apertura del Giubileo ordinario nella diocesi di Patti, nella Cattedrale “San Bartolomeo”, gremita di fedeli, parecchi provenienti da altri comuni, presenti i parroci della città ed altri sacerdoti.
Davanti al Palazzo Vescovile si è svolto il primo momento della celebrazione; da qui è partito il breve pellegrinaggio verso la Cattedrale, con l’ingresso dalla “porta giubilare”.
“Il Giubileo – come ha specificato monsignor Giombanco nell’omelia – ci chiede di avanzare il cammino nella storia come pellegrini di speranza. Un tempo nel quale facciamo particolare memoria dell’evento dell’Incarnazione del Figlio di Dio. La memoria infatti non è una semplice rievocazione di un evento passato che in esso si racchiude: al contrario quando facciamo memoria noi richiamiamo l’evento del passato, lo invochiamo nel suo permanere oggi, lo sentiamo portatore di senso per il domani. Ecco perché il Giubileo che oggi iniziamo è animato dalla speranza che non delude”.
“Fare memoria della venuta di Cristo sulla terra – ha aggiunto – è narrare agli uomini e alle donne del nostro tempo che la storia è abitata dalla presenza di Dio e per questo motivo è storia di salvezza, perché in essa Dio salva l’umanità. Il Giubileo è quindi un atto che fa parte della nostra fede cristiana perché annunciamo la fedeltà di Dio nel fluire delle vicende umane”.
“Il Giubileo – ha affermato ancora il Vescovo – è un invito a cercare quella luce che illumina il nostro cuore, per comprendere noi stessi, le nostre incertezze e a non sbagliare strada nel cammino verso la verità, a non perdere la fiducia in Dio e in se stessi, a non avere paura per percepire, in modo chiaro, che Dio ha fiducia di noi. Nessuno, in qualunque situazione si trovi, ha il diritto di essere sfiduciato, di scoraggiarsi e di perdere la fiducia”
“Abbiamo bisogno di gesti di riconciliazione – ha concluso il Vescovo – per trovare la pace in noi stessi e con gli altri. L’Anno Santo, che ha come tema la speranza, è anche un tempo nel quale viene offerta a tutti la possibilità di riconciliarci con Dio e così percepire che la parola speranza non può rimanere vuota di significato, ma essa riassume tutte le speranza umane e le raccorda all’unica e vera speranza dell’umanità: Gesù Cristo, ieri oggi e sempre. Gesù è colui che apre la porta della speranza certa che nasce dall’amicizia con Dio. All’inizio del cristianesimo non vi è un’idea anche se bella e nobile perché qualunque idea può trasformarsi in ideologia e diventa pericolosa, ma vi è una persona: Gesù Cristo che dice la verità all’uomo e la verità è sempre più grande delle idee, dei nostri modi pensare: essa risplende nel volto di Cristo e ci dona la vera libertà”.
Nicola Arrigo
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