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PATTI – Celebrata la festa di Santa Febronia patrona e concittadina. Occasione di riscoperta della “figlia più illustre” di Patti.

PATTI – Celebrata la festa di Santa Febronia patrona e concittadina. Occasione di riscoperta della “figlia più illustre” di Patti.
Luglio 31
11:35 2017

Il vescovo monsignor Guglielmo Giombanco

“Santa Febronia interceda per noi presso Dio e benedica la nostra città”. Le parole con cui il vescovo monsignor Guglielmo Giombanco ha concluso la sua omelia durante la solenne messa pontificale nella Cattedrale “San Bartolomeo” hanno interpretato la preghiera di ciascun pattese o quantomeno di coloro che hanno celebrato la festa della santa patrona e concittadina.

E’ stato il momento culminante, occasione di riscoperta della “figlia più illustre” di Patti, “che – ha sottolineato il vescovo – non ha esitato a dare la vita per Gesù e, quindi, è un fulgido esempio di testimonianza fino alla fine”, occasione per rimotivare la propria devozione, occasione per sentirsi “comunità”, senso che, purtroppo, nel tempo, si va perdendo sempre più, presi come siamo dall’individualismo e dagli interessi personali.

“Febronia – ha rimarcato monsignor Giombanco – è santa di ieri e di oggi, che ci insegna il valore e la forza della preghiera”. “Oggi – ha proseguito – viviamo in un contesto di neopaganesimo, in cui il male espropria l’uomo della sua vera essenza, della sua profonda dignità, e lo rende schiavo. Un tempo la famiglia insegnava ai figli come rivolgersi a Dio. Oggi la famiglia, anche qui, a Patti, educa i figli alla preghiera ?” A proposito della famiglia, il Pastore della Chiesa Pattese l’ha definita spesso “inquieta e disorientata”, evidenziando la necessità di ripartire proprio da qui, dal nucleo fondamentale della società.

Un altro momento molto intenso è stata la processione dell’effigie della santa e della varetta delle reliquie, che ha percorso le principali vie della città, con le tradizionali soste durante le quali è stato cantato l’inno “Diva Trofima”, composto nell’Ottocento da monsignor Luigi Natoli.

Quest’anno le varie strofe sono state precedute a un’introduzione, curata dall’arciprete della Cattedrale, don Enzo Smriglio, coadiuvato da don Emanuele Di Santo, “in modo – spiega – da poterlo cantare con maggiore consapevolezza; una chiave di lettura semplice e chiara del testo delle nove strofe”.

Il “rientro” in Cattedrale è stato un tripudio di devozione, al grido “Evviva Santa Febronia” e la benedizione ai fedeli di monsignor Giombanco. E il consueto monito finale di don Smriglio ai portanti: “Una volta all’anno portate Santa FEbronia in spalla; negli altri giorni portatela sempre nel cuore”. Un “invito” che vale per tutti i pattesi, nella speranza che la festa della patrona possa “attecchire” nelle giovani generazioni e tornare ad essere davvero la festa di tutti.

 

 

 

Nicola Arrigo

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

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