PATTI – Approvvigionamento idrico e nuovi pozzi, si lavora a Scala e Iuculano (di Giuseppe Giarrizzo)
Ovviare alle crisi idriche che puntualmente si abbattono sul territorio pattese è forse li grattacapo che maggiormente impensierisce l’amministrazione comunale. Condutture colabrodo e insufficienza di pozzi rimangono le principali criticità a cui, periodicamente, bisogna far fronte in maniera inderogabile, nonostante in tempi di spending review le risorse a disposizione dell’ente di Palazzo dell’Aquila siano sempre più esigue.
Tra gli ultimi interventi a cui la giunta municipale ha dato il via libera figura anche la messa in funzione di un pozzo trivellato nella frazione Scala, in località Pizzo dell’Uovo. Della profondità di circa 170 metri e mai messo in esercizio, la sua riattivazione consentirebbe notevoli risparmi energetici, in quanto le acque immesse nel serbatoio dovrebbero contribuire all’alimentazione idrica dell’abitato delle frazioni di Locanda, Scala e Tindari attraverso un sistema a caduta, «evitando – è la motivazione addotta dal Comune – danni patrimoniali all’ente, scaturenti anche dal ricorso alle autocisterne nei periodi di emergenza idrica».
Per la riattivazione del pozzo è stato necessario procedere al ritrovamento delle falde acquifere in modo che la distribuzione dell’acqua alle utenze delle frazioni site ad ovest del centro pattese possa avvenire per rilancio diretto dal serbatoio “Monte Giove”, escludendo la fornitura dalla centrale del Timeto. La perizia per la riattivazione del pozzo ha comportato una spesa di 12mila euro. Poi si è proceduto all’affidamento ad un‘impresa degli interventi di installazione di una pompa, mentre nei giorni scorsi è stato formalizzato l’impegno di spesa per la fornitura e la posa in opera del quadro elettrico che consentirà la messa in funzione del serbatoio.
Contemporaneamente procede l’iter per l’attivazione del pozzo di Iuculano, deputato a servire le frazioni di Madoro e Scarpiglia attraverso il ripristino delle vecchie condutture. Un passo definito «storico», in quanto rappresenta la premessa alla costruzione dell’acquedotto delle frazioni, il cui progetto attende solo la copertura finanziaria. Con quest’opera si metterebbe fine una volta per tutte agli atavici disagi subiti dagli abitanti delle frazioni Madoro, Scarpiglia, San Cosimo e Iuculano, da sempre costretti a fare affidamento alle autocisterne, soprattutto durante la stagione estiva. Una prassi, quella delle autobotti, su cui negli anni si è perpetuata una politica dell’assistenza e dei favori e a causa della quale l’ente sborsa oltre centomila euro l’anno per garantire il prezioso liquido agli abitanti delle frazioni.
Giuseppe Giarrizzo