PATTI – Anche in emergenza covid-19 Patti ha avuto modo di esprimere la propria devozione a Santa Febronia
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“Santa Febronia, che ha amato la nostra città, affida a tutti noi il compito di scoprire ciò che da’ valore a tutto, del senso che da’ senso a tutti i sensi che noi possiamo accordare al vivere, affinchè ciascuno, secondo il proprio ruolo, posso collaborare a rendere Patti più vivibile, più bella e più luminosa, perché guidata dalla fede in Cristo viva così nella serenità e nella gioia della solidarietà tra fratelli”.
Così il vescovo monsignor Guglielmo Giombanco ha concluso l’omelia della solenne messa pontificale nella domenica in cui, secondo tradizione, si sarebbero dovuti tenere i festeggiamenti esterni in onore della patrona e concittadina, che, giocoforza, non sono stati possibili a causa del persistere delle ristrettezze dovute al covid-19.
Il piazzale della Cattedrale “San Bartolomeo” è “diventato” la…chiesa in cui è stata celebrata la messa, su un palco appositamente approntato dal comune di Patti e sul quale sono stati sistemati, grazie alla consueta disponibilità e “generosità” dei portanti, il simulacro di Santa Febronia e la varetta delle reliquie. Tutto questo immersi in una natura dalle bellezze incomparabili, in cui l’occhio poteva spaziare dal verde delle colline al mare azzurro, con la splendida visuale delle Eolie.
Era presente anche una delegazione di fedeli di Minori, città con cui Patti è legata da un “sentito” gemellaggio, visto che le due comunità sono unite dalla forte devozione alla santa, venerata, in terra campana, con il nome di Trofimena.
Non è venuto meno, quindi, il senso pieno della festa e tanti pattesi, con in testa le autorità politiche, civili e militari, si sono stretti attorno alla propria patrona che anche in questo periodo di pandemia ha protetto i suoi figli.
Nell’omelia, monsignor Giombanco ha posto l’accento sul “primato di Dio” che santa Febronia ha scelto per la propria vita: “Oggi – ha sottolineato – viviamo in un contesto di neopaganesimo, dove gli idoli non sono scomparsi dalla nostra esistenza, con tutto il carico di asservimento e di appiattimento dell’uomo e della sua libertà. La strada dell’idolatria è presente nell’uomo odierno in vari modi: corsa al potere senza servizio, affannosa ricerca dei beni materiali, di visibilità solo per apparire, visione della vita egoistica, invidia del bene altrui. Oggi è più che mai urgente chiedere a Dio il dono del discernimento per scegliere il bene e vivere una vita veramente appagata perché abitata da Dio, che dona un cuore libero e un’esistenza unificata”.
Il vescovo si è soffermato poi sull’importanza della preghiera, sull’esempio di Santa Febronia, “testimone orante di Cristo”: “Santa Febronia ci insegna quanto sia fondamentale la preghiera nella vita del cristiano. Essa, radicata nell’amore di Dio da noi ricevuto, ci riconduce all’amore, genera l’amore, che è l’unico criterio di verifica dell’autenticità e del’efficacia della preghiera stessa. La preghiera allarga il nostro orizzonte umano e cristiano perché senza di essa lo sguardo si fa miope, il cuore gretto, le scelte della vita mediocri, gli interessi di corto respiro”.
Infine, “Santa Febronia – ha rimarcato monsignor Giombanco – ci esorta a cercare l’essenziale, l’unica perla il cui valore supera tutte le altre”.
Anche quest’anno, quindi, sebbene con i dovuti “accorgimenti” dettati dalla situazione contingente, Patti ha avuto modo di esprimere la propria devozione a Santa Febronia. Un modo semplice ma capace di esprimere un forte senso di appartenenza ad una comunità che ha voluto, ancora una volta, ringraziare la “sorella maggiore”, nella certezza che Lei non si dimentica mai di Patti e dei pattesi.
Nicola Arrigo
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