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PATTI – Amministrative. Un cambio di rotta o “come prima, più di prima” ?

PATTI – Amministrative. Un cambio di rotta o “come prima, più di prima” ?
Ottobre 15
17:21 2021

Finito il tempo di una intensa campagna elettorale, proclamati il sindaco e i 16 consiglieri comunali, è tempo di rimboccarsi le maniche e cominciare fattivamente a lavorare. Se sindacare l’operato altrui, provare ad interferire sull’attività politico-amministrativa quando si è all’opposizione, è….facile, tutto può terribilmente complicarsi quando ci si ritrova dall’altra parte della barricata. Ecco perché non c’è tempo da perdere e bisogna subito avviare un’attività dei…fatti.

Certo l’eredità economica  per la nuova amministrazione non è delle migliori e ci sarà tanto da lavorare per appianare i conti. C’è molto da rivedere e da “sistemare” negli uffici comunali, non sempre efficienti come l’utenza richiede. Ci sono le frazioni da…recuperare e adeguare ai tempi, visto che, spesso, mancano i servizi essenziali (acquedotto in primis). C’è un ospedale da salvare dall’inesorabile processo, sebbene a piccole dosi, di ridimensionamento. Ci sono tante altre piccole e grandi opere da realizzare.

Ovvio, nessuno ha la bacchetta magica, ma sperando che la nuova amministrazione possa agire in piena autonomia, scevra da chi, magari, intende…dirigerla dietro le quinte, non si può cincischiare, cominciando, prima possibile, dal completare l’esecutivo. Ed anche qui la speranza è che si guardi alle competenze e che la scelta non venga dettata dai “numeri” di chi, alle ultime elezioni, ha…portato voti determinanti per il successo di Gianluca Bonsignore e della lista che lo sosteneva. Poi sarà opportuno pianificare le urgenze (e ce ne sono tante) e…dimenticare il passato, proiettandosi verso il futuro.

Prima di tutto, però, a nostro avviso, occorrerà – e sarà fondamentale – ricucire il rapporto tra la città e il Palazzo, che negli anni si è sempre più scollato, generando indifferenza, delusione, quasi rassegnazione e facendo quasi del tutto sparire il desiderio di partecipazione dei pattesi. E’ indispensabile creare una sinergia, risvegliare il desiderio di cooperare al bene della città – che significa, automaticamente, bene di tutti – scuotere la gente dal torpore. Come sarebbe bello se si recuperasse la vecchia dialettica, la vecchia propositività, il vecchio desiderio di stare insieme a discutere di tutto ciò che riguarda la città. Insomma, lavorare per Patti e per i pattesi, non solo perché bisogna preparare il terreno a chiunque abbia ambizioni di candidarsi, il prossimo anno, alla Regione e cerca terreno fertile su cui attecchire e “recuperare voti”.

In consiglio si ritroveranno molti degli uscenti, e vi siederanno anche alcuni “delusi” dal risultato elettorale, a cominciare dal sindaco Mauro Aquino e dal suo vice Alessia Bonanno , e dal candidato sindaco Giorgio Cangemi. Indubbiamente potrebbero – e forse lo saranno – costituire, vista la loro esperienza, la classica “spina nel fianco” dell’amministrazione.

Alcuni dei “vecchi” componenti del civico consesso sono mestamente usciti di scena e, ancora, forse masticano amaro. La speranza è che, in itinere, non si rimescolino, come accaduto durante l’ultima legislatura, le carte, con grave nocumento per la stabilità amministrativa.

Un altro auspicio è che tra le varie forze politiche locali, comprese quelle che hanno sostenuto gli “sconfitti” delle elezioni, si instauri un clima di pacifica collaborazione, sempre e solo per il bene non della “parte” ma di tutta la collettività. Perché è già capitato spesso, anche nel recente passato, che alcune aggregazioni, agguerrite a ridosso delle elezioni, si siano poi sciolte come neve al sole.  Riteniamo, invece, che la città abbia bisogno dell’apporto di tutti e che dalla condivisione di idee possa davvero svilupparsi un futuro diverso, dinamico, fruttuoso.  

I pattesi hanno assoluto bisogno di certezze, sentono fortissimo il desiderio che la città assurga nuovamente ai fasti del recente passato. Hanno la curiosità di rendersi conto, da subito, se si tratti davvero – come tantissime volte sbandierato –  di un cambio di rotta o se tutto sarà “come prima, più di prima”. 

Nicola Arrigo

 
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Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

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