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NEBRODI – Ieri, 2 giugno, nello stupendo paesaggio delle Rocche del Crasto, dopo circa 45 giorni di cova è nato il primo aquilotto

NEBRODI – Ieri, 2 giugno, nello stupendo paesaggio delle Rocche del Crasto, dopo circa 45 giorni di cova è nato il primo aquilotto
Giugno 03
09:44 2022

Nell’area del Parco dei Nebrodi, nello stupendo paesaggio delle Rocche del Crasto, nel territorio del Comune di Alcara Li Fusi, ieri, 2 giugno, dopo circa 45 giorni di cova è nato il primo aquilotto.

L’aquila reale è il più grande uccello da preda europeo, con un apertura alare che supera facilmente i due metri. Dal punto di vista ecologico è un superpredatore, al vertice della catena alimentare e senza nemici in natura, eccetto naturalmente l’uomo. Grazie alla sua struttura robusta ed alla sua abilità nel volo è in grado di cacciare un ampia gamma di prede.

E’ una specie sedentaria, legata per tutta la vita ad un territorio, ed è monogama, una volta formatasi una coppia, questa resta unita per tutta la vita.

Il periodo riproduttivo di questo rapace è piuttosto lungo: inizia in inverno con i voli di corteggiamento, mediante i quali le coppie demarcano i loro territori (in particolare, in febbraio è possibile assistere ad acrobatici voli nuziali) e a marzo avvengono solitamente le deposizioni.

Attualmente, questa specie è minacciata di estinzione e, nonostante sia protetta da leggi nazionali ed internazionali, continua ad essere in pericolo a causa delle persecuzioni umane e dei cambiamenti dell’habitat che rendono sempre più rari territori le cui caratteristiche permettano la vita di questo stupendo uccello da preda.

Nell’area del Parco dei Nebrodi vivono tre coppie di aquila reale ed una di queste, quella che vive nello stupendo paesaggio delle rocche del Crasto di Alcara li Fusi, è legata ad una singolare e affascinante leggenda. Si narra, infatti, che un eremita, San Nicola Politi, che viveva in una grotta tra queste impervie montagne avesse instaurato un rapporto eccezionale con l’Aquila reale e ogni giorno provvedeva al suo sostentamento ricevendo la benedizione dell’uomo sacro. Tale tradizione trova testimonianza nei dipinti che si possono osservare nell’abitato di Alcara li Fusi ed il rapporto di affetto degli abitanti del luogo nei confronti della loro aquila è tuttora vivo e testimoniato dalla buona salute di questa coppia, che è tra le più feconde e produttive dell’intera Sicilia.

(Immagine tratta dal nido telemonitorato dell’aquila reale)

Redazione

 
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