MESSINA – Arrestato 43enne, 7 anni e 9 mesi per reati di estorsione, simulazione di reato, rapina e furto aggravato
Ieri, mercoledì 17 febbraio 2016, i Carabinieri della Stazione di Messina Tremestieri hanno arrestato Armando Francesco, con vari precedenti di polizia, classe 1973 originario di Palermo ma da anni attivo nella provincia di Messina, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso in data 16.02.2016 dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina.
L’uomo è tenuto ad espiare una pena di anni 7 e mesi 9 di reclusione poiché riconosciuto colpevole dei reati di estorsione in concorso, simulazione di reato, rapina e furto aggravato, commessi a Messina in diverse circostanze di tempo.
I primi fatti di cui si è reso responsabile l’arrestato risalgono al settembre 2003, quando a Santa Lucia del Mela, con la complicità di una donna, aveva costretto un uomo, con violenze e minacce, a cedere i proventi dell’affitto dei propri beni, la pensione e i risparmi. La vittima, benestante, proprietario terriero e di immobili, affetto da una grave malattia, nel 1998 conosce la donna e se ne invaghisce. Lei, bella e indigente, ha bisogno di sostegno economico e riesce presto ad ottenere numerose donazioni, cifre di denaro ed altri regali, tra cui un’autovettura costosa. In quel periodo lei fa la conoscenza di Armando Francesco e convince la vittima, ad ospitare il nuovo “amico”, con il pretesto di fornire un supporto nelle quotidiane esigenze di vita, rese difficili dalla malattia sofferta.
Il palermitano entra in casa ed accudisce l’uomo, ma soltanto 10 giorni dopo cominciano le richieste: vuole un compenso mensile per i servizi svolti. Apparentemente un normale accordo di lavoro, ma è solo l’inizio di un incubo per la vittima, a cui vengono sottratti i proventi dell’affitto di numerosi appartamenti e la pensione per intero. Alla vittima vengono dati solo pochi euro al mese. Più volte se ne lamenta con la donna, ma ogni volta lei risponde che lo avrebbe lasciato per sempre e non l’avrebbe mai più vista.
Il poveretto resiste, perché non vuole perderla. Ad un certo punto, però, l’uomo raggiunge il suo limite di sopportazione ed intima ad Armando di lasciare la sua abitazione. Il soggetto per andarsene vuole 26.000 euro come risarcimento per il lavoro che aveva abbandonato per poterlo assistere, più 15.000 che, a detta del palermitano, gli aveva “prestato”. Soldi che però non incasserà mai. Al momento della consegna, infatti, ci sono i Carabinieri, ai quali la vittima si è finalmente rivolto.
La pena per simulazione di reato si riferisce a fatti avvenuti a Messina nel dicembre 2004, quando Armando ha presentato ai Carabinieri di Tremestieri una denuncia di furto della propria autovettura, dopo averla in realtà distrutta in un violento incidente stradale sulla S.S. 114, all’altezza di Giampilieri.
Nell’agosto 2007, invece, il palermitano ed un complice si sono resi responsabili di rapina e furto aggravato ai danni dell’Autogrill all’interno dell’area di servizio Tremestieri. I due si erano appena impossessati di oltre 2.000 euro di merce, minacciando di morte il personale addetto per guadagnarsi la fuga. Ma una pattuglia del Nucleo Radiomobile dei carabinieri di Messina li ha intercettati e bloccati praticamente all’uscita dell’area di sosta, traendoli così in arresto in flagranza di reato ancor prima che riuscissero ad imboccare l’uscita autostradale.
Ieri l’uomo, che ha precedenti anche per i reati di resistenza a Pubblico Ufficiale, violenza privata, danneggiamento, atti persecutori ed evasione, è stato quindi tratto in arresto dai Carabinieri e tradotto presso la Casa Circondariale di Messina Gazzi, dove dovrà scontare il cumulo delle pene inflitte per i reati di cui l’Autorità l’ha riconosciuto responsabile.