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Rubavano il gasolio dai mezzi destinati al trasporto pubblico, quelli dell’azienda di trasporto municipalizzata di Messina, l’Atm e poi lo vendevano al dettaglio.

Per questa accusa, questa mattina la questura di Messina ha dato esecuzione ad una ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal gip del tribunale di Messina, su richiesta della procura della repubblica di Messina, a carico di undici soggetti ritenuti, a vario titolo, responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di innumerevoli furti di carburante e ricettazione.

Due persone, tra cui un dipendente Atm, vanno in carcere, altre due ai “domiciliari”, poi un altro dipendente è stato colpito dall’obbligo di dimora nel comune di residenza. Di seguito l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria è stato disposto per sei persone. L’indagine prese avvio nell’ottobre 2013; si sarebbe accertato che un gruppo di persone, tra cui alcuni dipendenti Atm, sottraeva gasolio dai mezzi destinati al pubblico trasporto per poi venderlo al dettaglio.

L’indagine ha scoperto un’organizzazione che privava continuamente gli autobus destinati al trasporto pubblico del carburante occorrente. E’ stata riscontrata, inoltre, la presenza di un vero e proprio impianto di distribuzione artigianale, deputato alla vendita del carburante a prezzi concorrenziali, dove si recavano quotidianamente autovetture e addirittura pulmini.

Un conteggio sulla quantità di gasolio asportato dagli odierni arrestati, a far data dall’ottobre tutt’oggi, fa rilevare una perdita dell’Atm per oltre 80.000 euro. Se si può avanzare l’ipotesi che questa attività illecita possa aver avuto avvio nel dicembre 2011, si rileva una perdita economica per l’Atm di oltre 250 mila euro ed il contestuale guadagno da parte dell’associazione criminale di oltre 180.000 mila euro. Nell’ambito di questo procedimento sono indagati altre sedici persone, tra cui diversi dipendenti dell’Atm.

Redazione