LACRIME DI SALE (di Diego Sergio Anzà)
È il titolo del libro scritto a quattro mani dal medico santo di Lampedusa, Pietro Bartolo, e dalla brava giornalista Lidia Tilotta. Compriamolo tutti questo libro e leggiamolo dalla prima all’ultima parola.
Tutte le pagine grondano di lacrime di sale, tutte le pagine raccontano la più grande tragedia di questo inizio di secolo. In tutte le pagine c’è il risvolto della brutale ignominia dei governi europei, sordi ed incapaci di fronte a questa immane catastrofe umana.
Ho prenotato in libreria molte copie del libro. Saranno il mio regalo di Natale (quello vero) ai vari conoscenti che preferiscono non vedere e non sentire o che, addirittura, parlano di invasori.
Pietro Bartolo è testimone di storie terribili. Una donna nigeriana semiparalitica, rimasta sola perché al marito i miliziani jihadisti hanno mozzano la testa, attraversa il deserto, subisce le sevizie nei lager libici per poi affrontare il mare in tempesta fino a Lampedusa.
Un bambino eritreo è rimasto solo. Il medico santo lo nota sul ponte di una nostra nave militare dopo il salvataggio. Accanto a lui vede un uomo che subito si allontana. Bartolo capisce che qualcosa non va. Riesce a farsi confessare dal bambino che per mesi ha dovuto subire gli abusi di quell’orco.
” Io sono il medico che nel mondo ha ispezionato più cadaveri. La notte-aggiunge il medico dei disperati- preferisco stare sulla banchina del porto piuttosto che andare a dormire. Troppi incubi”.
Queste e tante altre pagine di insopportabile dolore anticipate ieri sera alla trasmissione Piazza Pulita. E durante il racconto, Pietro non ha potuto trattenere la fortissima commozione e la sua incredulità di fronte a tanto inferno tollerato dalla criminale politica europea.
E sempre ieri sera non ho potuto non sentirmi fiero di appartenere ad una categoria professionale di cui fa parte Alessandra Buccini, straordinaria inviata del talk di Corrado Formigli. In un servizio di straordinaria potenza narrativa, ci ha fatto vedere l’inferno del dopo sbarco. Ragazzine (una è stata stuprata e messa incinta in Libia) e ragazzini abbandonati a sè stessi in questa Italia dove l’unico problema è diventato il dibattito sulla Costituzione. Minorenni provenienti dall’Acheronte africano e che vagano tra una stazione ferroviaria e l’altra, tra un gelido marciapiedi all’altro, tra una discarica e l’altra.
Prede di pervertiti sessuali e di papponi alla ricerca di carne fresca da vendere.
La giornalista li segue, cerca di aiutarli come può. Interpella polizia, vigili urbani, amministrazioni comunali. Le risposte: non abbiamo risorse a sufficienza, i centri di accoglienza sono pieni.
Incredibile, intollerabile, crudele.
Gli invisibili diventano sempre più invisibili. Ed è quello che vogliamo per non essere disturbati durante le prossime luminarie natalizie.
Diego Sergio Anzà