Giornata internazionale delle persone con disabilità – verso un ambiente inclusivo e accessibile
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Il 3 dicembre ricorre la Giornata internazionale delle persone con disabilità, istituita nel 1981 dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), in occasione dell’Anno Internazionale delle Persone Disabili, al fine di promuovere una più ampia sensibilizzazione sui temi della disabilità e garantire il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali di ogni persona.
Il tema che l’ONU ha individuato per quest’anno è: “Ricostruire meglio: verso un mondo post COVID-19 inclusivo della disabilità, accessibile e sostenibile”. Si tratta di un tema assai rilevante, che vede la disabilità non esclusivamente come caratteristica individuale, bensì come esito di molteplici fattori.
Nel corso del tempo si sono contrapposti due principali modelli concettuali inerenti la disabilità: il modello medico e il modello sociale. Il primo vede la disabilità come derivante da fattori individuali, quali malattie, traumi o altre condizioni di salute che necessitano di assistenza medica, mentre il modello sociale della disabilità sostiene che questa derivi da diverse condizioni, sottolineando l’influenza dell’ambiente sociale, il quale gioca un ruolo chiave ai fini dell’integrazione degli individui nella società.
Recentemente, si è assistito a una sintesi di questi due modelli, che troviamo chiaramente espressa nella Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF), uno strumento di classificazione elaborato dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), il quale vede la disabilità come esperienza che tutti possono sperimentare nel corso della vita. Alla base dell’ICF vi è un modello concettuale innovativo, in quanto pone l’enfasi sul funzionamento globale della persona e descrive diverse componenti individuali e ambientali che influenzano lo stato di salute e, pertanto, la disabilità. Le influenze sono reciproche: la malattia indubbiamente influenza il funzionamento di una persona, ma allo stesso tempo, a parità di condizioni, il contesto individuale e sociale può modificare l’esito di una patologia. Da questo punto di vista, la disabilità viene definita come risultato di un’interazione tra una certa condizione di salute e l’ambiente in cui l’individuo è inserito. Nell’ICF i fattori ambientali includono le reti sociali formali e informali, le caratteristiche fisiche e materiali del contesto, i servizi, le leggi e le politiche, ma anche gli atteggiamenti e le ideologie.
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La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità definisce l’inclusione sociale come elemento imprescindibile del benessere degli esseri umani. Rispetto a ciò, i fattori ambientali possono fungere sia da facilitatori, e quindi produrre un’influenza positiva sul funzionamento e sulla capacità dell’individuo di agire e essere membro attivo della società (es. atteggiamenti positivi verso la disabilità, località accessibili, ausili e prodotti tecnologici per favorire l’autonomia ecc.), oppure possono essere delle barriere (es. edifici non accessibili, servizi e politiche di assistenza inadeguate ecc.), che ostacolano i processi di socializzazione e inclusione della persona con disabilità. Nonostante questa prospettiva e i progressi fatti, l’inclusione sociale delle persone con disabilità, in termini di relazioni interpersonali e partecipazione alla vita della comunità, è ancora limitata: molti individui sperimentano alti tassi di isolamento sociale e le loro reti sociali sono ristrette, composte principalmente da familiari e professionisti appartenenti a specifici servizi (Simplican et al., 2015).
Alla luce di quanto detto, per procedere nella direzione di un mondo sostenibile e inclusivo, appare fondamentale puntare sullo sviluppo delle abilità individuali, e allo stesso tempo creare un contesto ambientale favorevole. In questo senso la disabilità è responsabilità collettiva, in quanto ogni cittadino e la comunità più ampia sono chiamati a individuare e mettere in campo tutte quelle azioni che consentono di guardare alla persona nella sua interezza, accettare le sue peculiarità e rendere disponibili tutti gli elementi che favoriscono un buon funzionamento e la realizzazione personale.
Bibliografia
Organizzazione mondiale della Sanità (2004). ICF versione breve. Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute. Trento: Erickson.
Simplican, S. C., Leader, G., Kosciulek, J., & Leahy, M. (2015). Defining social inclusion of people with intellectual and developmental disabilities: An ecological model of social networks and community participation. Research in developmental disabilities, 38, 18-29.
dott.ssa Collorafi Valentina
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