GIOIOSA MAREA – Nel Villaggio della Speranza “Dopo di Noi” incontro di presentazione della lettera pastorale del vescovo mons. Giombanco ai disabili.
Il Villaggio della Speranza “Dopo di Noi” di Villa Ridente di Gioiosa Marea ha ospitato l’incontro di presentazione della lettera pastorale del vescovo della diocesi di Patti monsignor Guglielmo Giombanco alle persone con disabilità visiva, uditiva, intellettiva e relazionale e agli operatori della catechesi, della liturgia e della carità.
Durante l’incontro, presieduto dal vescovo, i direttori degli Uffici Catechistico, don Pio Sirna, e Liturgico, don Antonino Carcione, e il dottore Nino Zampino, che ha letto la relazione di don Leonardo Maimone, direttore della Caritas, si sono soffermati sulle implicanze catechistiche, liturgiche e caritative della lettera per le singole parrocchie e i singoli operatori in merito alla pastorale delle persone con disabilità.
Don Pio Sirna ha sottolineato come l’iniziativa di monsignor Giombanco di stampare in braille la lettera pastorale “sia un segno significativo dell’attenzione del vescovo verso le persone cieche, e come anche le direttive per abbattere le barriere architettoniche nei luoghi di culto, dell’aggregazione laicale e degli oratori sia un ulteriore segno dell’attenzione alla persone con difficoltà motorie”. Ha poi evidenziato “l’esigenza di una formazione specifica per l’inclusione delle persone con disabilità nelle comunità locali”.
Don Nino Carcione ha messo in risalto “come sia necessaria la conversione del cuore per poter far sì che l’accoglienza e la partecipazione attiva delle persone con disabilità rendano la nostra liturgia più viva, più gioiosa, più colorata, più stimolante al cambiamento che la Parola e l’Eucarestia richiedono a ciascun battezzato”.
Nella sua relazione, don Leonardo Maimone si è soffermato sui tre aspetti fondamentali della lettera e cioè “l’invito a coltivare relazioni vere per un cammino sinodale, la necessità di conoscere le esigenze delle persone che vivono nel territorio delle nostre parrocchie e i loro problemi al fine di rispondere all’appello di Papa Francesco di essere “Chiesa in uscita”, la necessità di fare una mappa dei bisogni, al fine di dare risposte concrete a persone, famiglie, gruppi in difficoltà”. Ha, infine,sottolineato “l’importanza di superare il puro assistenzialismo per passare alla pastorale inclusiva, riconoscendo il dono che ognuno di noi è per l’altro, al di là del limite rappresentato dalle nostre personali disabilità”.
I gruppi di lavoro presieduti per le persone cieche dalla dottoressa Simona Ceraolo e per le persone con disabilità intellettiva e relazionale dalla dottoressa Anna Zampino hanno evidenziato come si sia iniziato veramente un cammino inclusivo attraverso le azioni messe in atto per le persone con disabilità (lettera pastorale in braille e un linguaggio facile da leggere), ma hanno anche fatto delle proposte in merito all’inserimento sul sito diocesano di una parte dedicata alle persone cieche o ipovedenti, al fine di permettere, con apposite applicazioni, l’ascolto e la lettura facilitata dei documenti e degli eventi ecclesiali che si svolgono in diocesi.
È stato evidenziato come anche nel campo dell’ inclusione delle persone con disabilità intellettiva si siano fatti passi avanti: alcuni sono ministranti, altri aiuto catechista, altri ancora animatori di oratorio. Inoltre c’è la disponibilità di catechisti, insegnanti, animatori Caritas e di liturgia a percorsi formativi finalizzati ad approfondire le prassi operative che possano facilitare l’accoglienza e la valorizzazione di ogni persona, rivolti a coloro che vogliono col cuore e con la mente aprirsi a questo nuovo stile di Chiesa.
Monsignor Giombanco, a conclusione dell’incontro, definendo “eroi” i partecipanti (viste le condizioni meteo della giornata), ha raccolto le proposte emerse e operato un’incisiva sintesi ricordando che “al centro di ogni attività ci deve essere la persona, fatta ad immagine e somiglianza di Dio, la persona che viene prima del suo limite edella sua disabilità, perché ciascuno di noi ha ricevuto dal Signore dei doni da mettere insieme, perché l’amore di Dio si sveli al mondo”.
Il vescovo ha altresì precisato che quando Papa Francesco parla di “Chiesa in uscita” “ vuole invitare ciascuno di noi ad uscire dalle proprie prigionie, dal mettere al centro se stesso e la propria persona, per guardare nell’altro il volto di Dio da amare e servire”. Per questo, ha invitato i gruppi, le associazioni, le parrocchie “a non chiudersi, ma a mettere insieme agli altri i propri specifici talenti perché solo così annunciamo Cristo Salvatore”.
Concludendo, monsignor Giombanco ha espresso l’intenzione di proseguire questo percorso col secondo convengo per la pastorale delle persone con disabilità che si svolgerà a luglio sempre nel Villaggio della Speranza “Dopo di Noi” a Villa Ridente di Gioiosa Marea.
Nicola Arrigo