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GESÙ PROFUGO (di Diego Sergio Anzà)

GESÙ PROFUGO (di Diego Sergio Anzà)
Novembre 24
16:44 2016

Già in funzione la grancassa del Natale merceologico. Come ogni anno. Sempre peggio, sempre più volgare, sempre più osceno. In tv impazzano spot con giocattoli ipertecnologici, scatole colorate col solito insipido panettun e tutta la tipica chincaglieria. Naturalmente non mancano le offerte di viaggio in luoghi ameni ed esotici. Che tristezza questa coazione a ripetere. Sempre e sempre la mercificazione di un’avvenimento che dovrebbe condurre ad una gioia prettamente spirituale. Ovviamente anche la Chiesa si adagia in questo comodo teatrino.

Lo so, la maggioranza, schiava delle fantasmagorie della “tradizione”, sicuramente mi taccerà di moralismo. Me ne frego. Io, pur non essendo credente, ritengo che il giorno che ricorda la nascita di Cristo, dovrebbe rappresentare un momento di meditazione sul grande tradimento compiuto dell’umanità nei confronti di chi si è fatto crocifiggere per difendere i valori della giustizia e dell’accoglienza. Proprio per questo ritengo che soprattutto questo Natale dovrebbe essere dedicato ai profughi delle guerre, ai tanti bambini nati per poi morire in tutti i mari della disperazione.

Anche Gesù, la madre e il padre furono profughi. Dovettero fuggire in Egitto dopo aver appreso che Erode aveva ordinato la strage degli innocenti. La stessa strage in atto ad Aleppo, a Mosul, nel Canale di Sicilia (ieri altri morti) e nel mare della Grecia.

Altro che alberelli, torroni e cotechini! Ma sì, parole al vento.
Forse il santissimo padre rappresentante di dio in terra potrebbe fare qualcosa di più.
Perché il Papa non indice per quest’anno un NATALE DEI PROFUGHI ?
SE NON VUOLE ASCOLTARE ME CHE SONO UN PECCATORE MISCREDENTE, ASCOLTI GESÙ IL PROFUGO !

 

 

Diego Sergio Anzà

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.