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DIARIO NOTTURNO – Suicidato dalla Banca

DIARIO NOTTURNO – Suicidato dalla Banca
Giugno 19
12:35 2016

Prima di tutto vengono il gol di Eder alla Ibra-Svezia, il tête-à-tête di Renzino con lo zar Putin e le amabilità tra la bella Raggi e lo sciupatino Giachetti. Così certe notizie passano in secondo piano (o in terzo). Meglio non disturbare la….coscienza delle lobby. I giornaloni nazionali, quasi sempre figli delle lobby, si adeguano, diventano improvvisamente prudenti. Ed anche molte Homepage mimetizzano. D’altronde cosa volete che sia successo a Montebello Vicentino! Semplicemente che un pensionato si è ucciso con un colpo di pistola al petto perché la sua banca lo ha imbrogliato e derubato.

Uno degli innumerevoli disgraziati che lavorano una vita per poi finire nelle grinfie di venditori di carte fasulle. Ma che importa, c’è la rete degli azzurri e le vacanze sono alle porte. Antonio Bedin, 69 anni, aveva investito i suoi risparmi di tecnico d’una azienda, agli sportelli della Banca Popolare di Vicenza, nel felice Nord-est. Crollo delle azioni ed al pensionato, assieme all’ultimo euro, è scomparso anche il futuro. Una storia come tante, inghiottita dalla rimozione collettiva, dall’indifferenza. Tanto il pensionato appartiene ad una categoria debole, allo scarto. Non produce più, non è funzionale alla grande bouffe del capitalismo mercantile. Gli anziani possono offrire soltanto la loro memoria. E che ce ne facciamo? Il diktat universale è che bisogna vivere nel presente, nel turbinio velocissimo delle banconote. Così dopo 40 anni o più di fatica, tu vai in banca per mettere al sicuro il tempo che ti rimane e non ti accorgi che dietro certi sorrisi si nascondono usurai e truffatori. Si presenta magari un direttorino spruzzato di colonia, abito blu, camicia inamidata e non vedi che hai di fronte Shylock, il Mercante di Venezia. Tu non lo sai, ti fidi. Firmi un pugno di cartacce indecifrabili e sei fottuto per sempre. Gli hai concesso (l’opera di Shakespeare) una libbra della tua carne viva. Quando te ne accorgi, o vaghi nella disperazione o ti spari un colpo al petto.

Suicidato da quei padroni di banche che dopo averle affossate, scappano con bottini milionari. Caro Antonio Bedin, tu ormai vivi non so dove ma se anche dove sei, ti capitasse d’incontrare un mercante di Venezia, sai come regolarti. Magari dagli un sonoro calcio in culo e fallo precipitare sulla testa della Banca d’Italia, della Consob, del Parlamento e di Palazzo Chigi. Chissà che qualche ispettore non si dia una mossa più tempestiva o che deputati e Governo non siano improvvisamente scossi da un moto di eticità, giustizia e dignità. Basterebbe una legge semplice, semplice che prevedesse trent’anni di carcere duro per chi turlupina i tanti Bedin e li costringe al gesto estremo. E per tutti i banchieri che usano i soldi dei Bedin per prestarli agli amici degli amici, rifiutando un finanziamento magari ad un giovane che vuole iniziare un’attività.

Tutta la materia bancaria andrebbe rivisitata. A cominciare dalla ignorata finalità sociale degli istituti di crediti, divenuti solo luoghi di accumulazione di profitto. Lo so, parole al vento. I servi non fanno mai quello che non vogliono i padroni. Finisco con una storiella personale. Il vostro amico autore del Diario notturno, ha un locale affittato ad una grossa banca. Tempo fa, mi venne recapitata una lettera della stessa banca in cui mi veniva chiesto, data la crisi economica dei proprietari di casseforti (che risate!) di rinunciare, bonariamente, all’aggiornamento Iva. Si dà il caso che proprio in quei giorni l’amministratore delegato di questa banca, un uomo….profumatissimo, dopo aver creato un deficit spaventoso, era stato messo alla porta con un bonus di svariati milioni di euro. Risposi, affranto, che avrei provveduto ad una colletta per comprare un valigione da regalare al grande manager. Altrimenti come avrebbe fatto per trasportare quel mare di bigliettoni?

 

 

 

Diego Sergio Anzà

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.