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“Si comunica che in data 18/09/2024 alle ore 9:55 è deceduto Salvatore Schillaci, già ricoverato presso questa Azienda ospedaliera. La Direzione e il personale  sono vicini alla famiglia nel ricordo anche dell’affetto di cui ha sempre goduto il grande campione“. Questo il comunicato diffuso dall’Ospedale Civico di Palermo sul decesso dell’ex attaccante, scomparso all’età di 59 anni, che da tempo lottava con un tumore, era ricoverato nel reparto di Pneumologia.

Salvatore Schillaci, meglio noto come Totò, è stata una delle figure più iconiche del calcio italiano, celebre soprattutto per il suo straordinario rendimento durante il Campionato del Mondo del 1990. Nato il 1º luglio 1966 a Palermo, Schillaci ha iniziato la sua carriera professionistica nel 1982 con il Messina, dove ha dimostrato un talento naturale per il gol.

La Crescita e il Successo

Dopo una serie di buone prestazioni con il Messina, Schillaci si trasferisce alla Juventus nel 1989. Qui, inizia a farsi notare a livello nazionale, vincendo il campionato di Serie A e la Coppa UEFA. Tuttavia, il suo vero exploit arriva durante il Mondiale di Italia ’90, dove si afferma come il capocannoniere del torneo con sei gol. Nella stagione 1992-1993 passò all’Inter prima di trasferirsi nell’aprile del 1994 in Giappone

Il Mondiale del ’90

La competizione si svolge in casa, e Schillaci diventa subito il simbolo di una Nazionale che punta al successo. Il suo primo gol contro l’Argentina è indimenticabile, e il suo celebre urlo di gioia diventa un’icona per i tifosi. Schillaci non solo segna, ma si distingue per la sua capacità di creare occasioni e il suo spirito combattivo. L’Italia raggiunge le semifinali, ma viene eliminata dall’Argentina ai rigori.

Il Lascito di Schillaci

Dopo il mondiale, la carriera di Schillaci continua con una breve parentesi al Giappone e ritorni in Italia, ma la sua leggenda rimane legata a quel torneo. Schillaci non è solo un calciatore; è un simbolo di passione e impegno, capace di far sognare milioni di tifosi.

Oggi, Totò Schillaci è ricordato non solo come un grande attaccante, ma anche come una figura che ha lasciato un segno indelebile nella storia del calcio italiano. La sua storia rappresenta un esempio di come talento e determinazione possano portare a successi inaspettati.

La Redazione