CAPO D’ORLANDO – Sfruttamento della prostituzione. Arrestato anche il terzo soggetto che mancava all’appello
Ieri sera, venerdì 7 aprile, i Carabinieri della Compagnia di Sant’Agata di Militello hanno arrestato anche il terzo soggetto che mancava all’appello, colpito da ordinanza di applicazione di misura cautelare personale emessa dal g.i.p. presso il Tribunale di Patti su richiesta della Procura della Repubblica per il reato di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione.
Si tratta di Messina Salvino, 37enne orlandino, ultimo anello della strutturata e ben coordinata consorteria criminale dedita allo sfruttamento e al favoreggiamento della prostituzione. Lui, insieme ad Abbadessa Mauro e Galano Daniele, erano a capo dell’organizzazione, che aveva registrato come associazioni culturali senza scopo di lucro, attività commerciali destinate ad essere adibite a night club, nei quali, con intimidazioni, minacce e violenze, si costringevano le ragazze a prostituirsi.
Gli arrestati, dietro la copertura di una fittizia associazione denominata “Lady Hairon” finalizzata a promuovere “l’organizzazione di manifestazioni e incontri con lo scopo precipuo di migliorare le comunicazioni sociali in modo libero e nell’assoluto rispetto della sensibilità altrui” gestivano, di fatto, nel centro di Capo d’Orlando un vero e proprio locale notturno all’interno del quale venivano consumati rapporti sessuali a pagamento tra le ragazze, reclutate dagli indagati ed usate come oggetto.
Le donne, formalmente registrate come socie dell’associazione privata, di fatto erano vere e proprie lavoratrici retribuite con importo fisso giornaliero e, in base agli accordi raggiunti, con quota a percentuale sulle prestazioni extra, consistenti dal semplice intrattenimento del cliente con consumazione di bevande ai servizi sessuali richiesti, che i gestori concordavano con i clienti.
I rapporti sessuali venivano consumati nei privé allestiti all’interno del locale notturno oppure all’esterno, previo pagamento ai profittatori della tariffa pattuita. Gli arrestati, insieme all’atto sessuale, potevano procurare, a chi lo richiedesse, anche sostanza stupefacente dietro pagamento di un surplus sul servizio offerto.
Redazione da comunicato stampa