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ATTO MOSTRUOSO. NON ABBANDONATE I CANI (di Diego Sergio Anzà)

ATTO MOSTRUOSO. NON ABBANDONATE I CANI (di Diego Sergio Anzà)
Novembre 07
22:41 2016

Lui è felice, fiducioso, inconsapevole. Non sa che tra un po’ sarà vittima innocente di un’azione vile e mostruosa. Un’azione che solo l’uomo (non tutti per fortuna) sa fare. Quell’uomo farà salire il suo cane sull’auto, si fermerà in un’autostrada od in un solitario viottolo di campagna, aprirà con crudele determinazione lo sportello e scaraventerà fuori il suo migliore amico. Argo, incredulo, correrà dietro la macchina che si allontana. Correrà, correrà, fino a spezzarsi il cuore di fatica e di dolore. Poi si rassegnerà, sperando in un ritorno, in un pentimento. Conosce se stesso, ma non conosce la brutalità umana.

Quel suo “padrone” magari ha saputo che la moglie aspetta un bambino e che quindi non più rischiare che il futuro pargolo entri…in contatto col peloso; o semplicemente che si è scocciato di accudire Argo. Che fatica! Meglio sbarazzarsene come un pacco di scarpe vecchie. Quell’infame bastardo di uomo ha pietre dure al posto della mente e dell’anima. Nessun fratello a quattro zampe farebbe mai, dico mai, la stessa cosa.

I cani abbandonati si trovano ghermiti da un destino atroce. Il loro dolore diventa insopportabile perché il loro amore per noi è immenso, purissimo e disinteressato. Gli occhi, già inclini ad una malinconia cosmica, diventano un lago di sofferenza e di incredulità.
Il solo luogo al mondo dove si può incontrare un uomo degno di questo nome è lo sguardo di un cane.
Egli non si preoccupa di domandarsi se abbiamo torto o ragione; non gli interessa se siamo fortunati o no, ricchi o poveri, istruiti o ignoranti, santi o peccatori. Gli basta sapere che siamo i suoi unici amici.

Egli sarà accanto a noi per confortarci, proteggerci e dare, se occorre, per noi, la sua vita. Egli ci sarà fedele nella fortuna come nella miseria. Sempre. È IL CANE !
Ho detto tempo fa, e lo confermo, che il motivo più grande per cui mi dispiacerebbe morire, è quello di non poter più vedere lo sguardo di un cane. Non esagero, non è retorica; è la mia consapevole verità. Ognuno ha la propria.

E non bisogna dimenticare che c’è anche un’altra forma di abbandono, meno grave, ma altrettanto criminale. Quella di chi pensa che il cane è in fondo “sempre un animale” e che quindi ” non si può tenere in casa”: sporca, porta malattie e tutto il bla bla bla di pregiudizi, inaffettività e comodi alibi. Così l’ “animale” che pur dicono di amare tanto, viene relegato nel giardino o in in campagna. In una cuccia, al freddo e nella solitudine. Questi padroncini e padroncine meriterebbero di stare loro, per sempre, in quella cuccia. Ma Argo non li lascerebbe mai soli…
Mi auguro, ma è di sicuro un vano auspicio, che questo post possa giungere in tempo a chi, forse tra qualche minuto, si accingerà, con l’atto più sacrilego che esista, ad aprire uno sportello e scaraventare giù il tesoro più grande che la Natura ci abbia mai donato.

Siccome so, con assoluta consapevolezza, che la mente di certi uomini produce soltanto demoni, confido almeno, su questo argomento, in uno scatto culturale da parte delle Istituzioni. Nella fattispecie, in un civile adeguamento giuridico.

Sul Web gira una meritoria petizione indirizzata al Governo ed al Parlamento. Vi prego di cercarla e di firmarla. Chiede la modifica del titolo IX bis del Codice penale, non più rubricato come “Dei delitti contro il sentimento per gli animali” ma come “Dei delitti contro gli animali” – Introduzione di modifiche volte a dare maggiore efficacia alle norme al fine di prevenire e reprimere episodi di crudeltà contro gli animali.– Previsione di norme che puniscano la pubblicazione in rete di immagini ritraenti scene di violenza o maltrattamento contro gli animali – Richiesta di introduzione nel pacchetto sicurezza 2016.

I recenti fatti di cronaca, attraverso dei video usciti su Internet, hanno mostrato le sevizie e l’uccisione del cane Angelo e della cagnolina Pilù, e questo ha giustamente scatenato una reazione collettiva di sdegno nei confronti degli aguzzini e di chi in qualche modo osa proteggerli.

Insomma l’attuale legge è ancora lontana dalla coscienza sociale di molti veri uomini e va quindi modificata. Basti pensare che nel diritto italiano gli animali sono ancora relegati come cose. La norma, come detto, tutela il sentimento per gli animali e non la loro vita! Ed invece sarebbe sacrosanto vedere scritto che gli animali sono «autonomi esseri viventi, dotati di sensibilità psicofisica, e capaci di reagire agli stimoli del dolore», e non che sia tutelato il nostro sentimento nei loro confronti.

Mi chiedo soprattutto se la pena prevista per l’uccisione di animali, in 24 mesi di carcere al massimo, possa costituire uno strumento efficace per prevenire e reprimere episodi di crudeltà contro gli altri esseri senzienti.
Io per questi immondi assassini….un’idea ce l’avrei, ma mi basterebbe vederli condannati ai lavori forzati a vita.

 

 

Diego Sergio Anzà

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.