Ance denuncia: persi 17 milioni per l’edilizia scolastica. Anche a Patti bandita una gara mai espletata.
Secondo quanto affermato in queste ore da Santo Cutrone , presidente di Ance Sicilia, ammonterebbero a ben 17 milioni di euro i fondi stanziati per l’edilizia scolastica – sanciti con decreto dello scorso mese di febbraio che richiedevano l’aggiudicazione provvisoria delle gare entro giugno – e poi restituiti al Ministero a causa della lentezza delle stazioni appaltanti che non hanno completato in tempo le gare per la messa in sicurezza di alcune scuole e dei ritardi di eventuali altre istituzioni competenti.
“Le pubbliche amministrazioni con il nuovo Codice degli appalti – ha dichiarato Cutrone- possono concludere entro quattro mesi una gara con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa ma, in realtà, i loro ritmi sono lentissimi è tutto diventa impossibile”.
Tutto ciò, quindi, avrebbe comportato gravi danni soprattutto a tutte quelle imprese siciliane che, per partecipare alle gare bandite col criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, hanno dovuto affrontare preventivamente delle ingenti spese. Somme che, se la gara non si conclude, vanno perdute.
“I casi sono tanti altri in Sicilia; in generale occorre un provvedimento serio perché finalmente d’ora in poi qualcuno risarcisca questi danni. Le imprese edili, già devastate dalla crisi, non possono più subire oltre. Prevedere finalmente un deterrente è un imperativo categorico, perché questa è solo la punta dell’iceberg di una situazione diffusa che tiene bloccati miliardi su miliardi per le opere pubbliche”.
Da un’analisi, anche il Comune di Patti avrebbe bandito una gara per quanto concerne la messa in sicurezza delle scuole ma l’Ente, poi, non l’avrebbe più espletata. Sarebbero , pertanto andati persi 2,5 milioni a bando e le 29 imprese partecipanti avrebbero speso 145 mila euro.
Santo Cutrone, rivolgendosi al governo regionale ed ai competenti organismi di controllo, chiede quindi che “si ponga fine allo stillicidio burocratico di stazioni appaltanti e di istituzioni superficiali e approssimative, che fanno scadere i termini e in qualche caso continuano ad andare avanti in interminabili procedure di gara, consapevoli che non saranno loro a pagare i costi e i danni. Ed invece – sottolinea Cutrone – bisogna infrangere quest’alea di impunibilità istituzionale e personale e condannare comportamenti non più accettabili di fronte ad una gravissima crisi che porta disperazione e morte, con il risultato di ingenti risorse che non vengono utilizzate”.
Quest’ultimo grave caso – sottolinea Cutrone – rende più urgente la necessità che l’Ars approvi il disegno di legge del governo regionale che impone tempi più stringenti per completare le procedure di gara. Sono in evidenza sempre più casi come questi e bisogna fare capire ai responsabili e ai burocrati che la loro pacchia è finita”.
Sara Gaglio