CAPO D’ORLANDO – Nel salone “Cristo Re” è stato presentato il libro ”Il cantico della gioia. Tutti siamo chiamati alla gioia….”
La gioia come ricerca, la gioia come conquista, la gioia come meta da raggiungere dopo un cammino in Gesù e con Gesù, nella Chiesa e con la Chiesa. Questi i temi più “toccati” nel corso della presentazione, nel salone “Cristo Re” di Capo d’Orlando, del libro di Pier Franco Spaticchia ”Il cantico della gioia. Tutti siamo chiamati alla gioia….”.
Dopo il saluto del sindaco paladino Franco Ingrillì e del parroco della comunità “Maria Santissima di Porto Salvo”, don Nello Triscari, nel “cuore” del libro sono… entrati Frà Felice, della Fraternità “In Spirito e verità”, il quale ha esortato a riflettere su cosa si intenda per gioia “perché ciascuno potrebbe avere una sua idea e cercarla anche in modo sbagliato” e don Benedetto Lupica, parroco della comunità orlandina di ”Sant’Antonio”, il quale ha analizzato a fondo il contenuto del testo, definendolo “didascalico”, evidenziandone la presenza della “teologia mistica”, da intendere non come fuga dal mondo ma come capacità di “leggere” le situazioni con gli occhi di Dio. Ha, inoltre, sottolineato i tanti riferimenti biblici e, considerato anche che Franco Spaticchia è un architetto, all’arte e come nel testo “traspaia l’amore dell’autore per la Chiesa che fa sperimentare la gioia dell’appartenenza a Cristo”.
Nicola Arrigo, direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della diocesi Di Patti, che ha moderato l’incontro, ha fatto risaltare come “non si tratti di un libro qualsiasi ma di un invito alla riflessione, a fermarsi nella frenesia della quotidianità, per impegnarsi a ricercare la gioia vera, a cui tutti aneliamo ma che sembra sfuggirci”.
“Tutto questo – ha concluso – per essere, come diceva don Tonino Bello, contemplat-tivi, con due t, cioè della gente che parte dalla contemplazione e poi lascia sfociare il suo dinamismo, il suo impegno, nell’azione”.
“Innanzitutto la gioia nasce da un cuore che è abitato da Colui che è la fonte della gioia – ha esordito il vescovo monsignore Guglielmo Giombanco, che ha curato la prefazione del libro -; per noi cristiani, Gesù Cristo è la fonte della gioia. E la gioia poi si traduce in gesti concreti di umanità e di amore, perché non si può accogliere e viere in modo autoreferenziale”. Essa – ha proseguito – va condivisa, va diffusa, e si condivide vivendo la vita come dono, perché quando si dona la vita si sperimenta la vera gioia”. “Penso che il testo del professore Spaticchia – ha concluso – abbia lo scopo proprio di indurre coloro che vivono la vita di ogni giorno ad esprimere la gioia non solo della fede, che permette di incontrare Cristo, ma anche di riconoscerlo nel volto dei fratelli. Questo genera tanta gioia nel cuore”.
Molto soddisfatto Pier Franco Spaticchia: “Il Cantico della gioia significa che nessuno può più rimanere nella tristezza, perché fin dalla nascita il Signore ci dona la gioia, depositata nel cuore. però i problemi, le difficoltà, i conflitti, portano a ingabbiare la gioia, ma la gioia c’è e vuole liberarsi”. “il libro – spiega – diventa una proposta per un cammino per prendere coscienza di sé, comprendere il grande valore presente in noi e, appunto, liberarlo”. Ciò, però, – aggiunge – può avvenire solo a livello di coscienza, valorizzando i talenti che il Signore ci ha dato. Quindi, coscienza di sé e coscienza dell’altro e ciò mi apre, come aquila che vola, la via verso la coscienza di Dio”.
Redazione
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