SAN PIERO PATTI – San Piero Patti, Montalbano Elicona, Librizzi e Basicò, insieme per difendere l’autonomia dell’istituto comprensivo “Rita Levi-Montalcini”. Un’assemblea per l’importanza, l’esigenza e le ragioni.
San Piero Patti: tutti insieme per mantenere l’autonomia all’istituto comprensivo “Rita Levi-Montalcini”
Un’assemblea perché venga rimarcata l’importanza e l’esigenza di mantenere l’autonomia dell’istituto comprensivo “Rita Levi-Montalcini” di San Piero Patti.
L’hanno organizzata le amministrazioni comunali di San Piero Patti, Montalbano Elicona, Librizzi e Basicò, che hanno invitato i genitori degli alunni, i docenti, il personale ata e tutti i cittadini per sabato prossimo, 7 ottobre, alle ore 15.00 presso lo spazio giovani dell’istituto.
I quattro comuni hanno già fatto quadrato, in vista del prossimo piano di dimensionamento della rete scolastica – previsto nell’anno 2024/2025 – che potrebbe stravolgere la geografia degli istituti sul territorio della provincia di Messina.
Con questo obiettivo i sindaci Cinzia Marchello, Nino Todaro, Renato Di Blasi e Filippo Gullo hanno concordato una linea d’azione e redatto un documento comune.
Nel contempo il sindaco di San Piero Patti e l’assessore alla pubblica istruzione hanno avuto un incontro a Messina con il dirigente dell’ambito territoriale Stello Vadalà, rimarcando le motivazioni del mantenimento dell’autonomia per l’istituto comprensivo, che ha un bacino di utenza di circa 7.000 abitanti.
Al momento i criteri per il mantenimento dell’autonomia sono la presenza di 900 alunni nei comuni e nelle città metropolitane, mentre sono previste deroghe per quegli istituti che hanno plessi situati in un’area montana; e poiché nel contesto dell’istituto sampietrino c’è il territorio di Montalbano Elicona, la questione potrebbe essere superata.
Ma il condizionale è d’obbligo, non dimenticando come la soppressione della dirigenza scolastica così come della segreteria, oltre a togliere efficienza al funzionamento dei vari plessi dislocati su un ampio territorio caratterizzato dalle distanze da plesso a plesso, significherebbe la perdita di posti di lavoro e l’insorgere di considerevoli disagi per il corpo docente e per le famiglie.
Massimo Natoli
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