Patti24

Sarà la temperatura piuttosto elevata, sarà il particolare momento denso di dubbi, ansie, preoccupazioni, difficoltà economiche, sarà la recrudescenza del covid, sarà chissà quale altra “componente”, ma sembra che Natale quest’anno arrivi senza la “poesia” di sempre, senza quel fascino di una festa da vivere in pienezza, ancor più se permeata del suo profondo senso cristiano.

Forse questo dipende anche da un altro aspetto: che pure per il Natale l’abitudinarietà abbia preso il sopravvento, per cui diventa un giorno come un altro, una semplice parentesi nel tran tran quotidiano.

In tal senso, un segnale chiaro si è avuto dalla partecipazione sicuramente meno massiccia rispetto al passato alla novena in preparazione al Natale, un’altra “tradizione” che, ben radicata nel contesto sociale fino ad alcuni anni fa, adesso si va sempre più intiepitendo e rischia di finire nel dimenticatoio, specie se non viene adeguatamente trasmessa alle nuove generazioni.

In tale contesto, comunque, è Natale, una solennità che ci ricorda che la tenerezza, la semplicità, l’umiltà, dovrebbero essere il “pane quotidiano”. E’ Natale anche se la guerra, non così lontana da noi, ci fa sentire minacciati; è Natale anche se le tragedie caratterizzano, purtroppo stabilmente, le nostre giornate; è Natale pure se sembra che il bene sia ormai un optional; è Natale pure se tantissime famiglie attraversano bui momenti di disorientamento e di serissima difficoltà; è Natale pure se la pandemia e le altre calamità sembrano aver piantato definitivamente la “tenda” in mezzo a noi; è Natale pure se la relazionalità, l’accoglienza, la condivisione, sembrano lasciare sempre più spazio all’individualismo, al rifiuto, all’isolamento, al disprezzo dell’altro. E’ Natale anche se “di doman non c’è certezza”, anche se la luce che promana dalla grotta di Betlemme sembra sempre più offuscata da terrori di morte e di sopraffazione.

Non è per niente facile dire “E’ Natale”, ma lo è perché “quel” Natale di 2022 anni fa ha cambiato la storia e la cambia ancora oggi, a patto che gli uomini “di buona volontà” si ritrovino e riscoprano il senso genuino della festa, in cui il “noi” prende il posto dell’”io”.

E’ proprio nel contesto attuale, che sembra aver sbattuto la porta in faccia alla speranza, che Gesù viene a dire, a tutti e a ciascuno: “Dammi il tuo cuore, fammi casa ed io sarà la tua casa”. Già, la casa, luogo di familiarità, di comunione, di affetti forti; che il Natale, allora, ci faccia essere tutti “casa”, dove ciascuno si trovi a proprio agio e sappia essere accogliente e costruttore di pace, quella vera, che viene da un cuore capace di dilatarsi e di scommettere su un futuro migliore.

Auguri !

Nicola Arrigo – Redazione Patti24