PATTI – Raccolta farmaci per la striscia di Gaza: il comitato ”Patti con la Palestina” centra l’obiettivo
Era iniziato come “Patti con la Palestina” ed è diventato “Patti, Librizzi, Montagnareale, Gioiosa Marea e Brolo con la Palestina”.
Nel mese di agosto un comitato spontaneo composto da ragazzi e ragazze, pattesi e non, ha voluto proporre una iniziativa in sostegno del popolo palestinese, «il quale – scrivono i promotori dell’iniziativa – è vittima di un conflitto nato dalle strategie internazionali interessate delle potenze occidentali, con a capo gli Stati Uniti d’America, e vive una duplice condizione di debolezza: rispetto alla forza militare e politica israeliana, sostenuta da tutto il mondo occidentale, e rispetto alle speculazioni dei potentati arabi sullo scenario mediorientale.
Il popolo palestinese si trova, suo malgrado, ingabbiato in un gioco che si svolge a livelli ben più alti rispetto a quello della semplice rivendicazione territoriale, restando tuttavia evidente l’invasione israeliana dei territori della Palestina storica.
Ma noi non intendiamo porre prioritariamente la questione nazionale, e vogliamo piuttosto volgere l’attenzione sulla realtà di un popolo soggiogato dalla storia, sempre al centro dell’attenzione mediatica e tenuto schiavo di una battaglia politica che non gli appartiene per l’affermazione di interessi macroeconomici regionali e internazionali altrui.
In questo contesto l’emergenza umanitaria suona il suo campanello: l’assedio israeliano ha privato un milione e ottocentomila palestinesi di scuole, centri sanitari e ospedali. Come abbiamo già scritto, a Gaza manca tutto: dai generi alimentari ai farmaci agli strumenti di primo intervento. Per questo motivo abbiamo organizzato e portato avanti una raccolta di farmaci che arriveranno a Gaza tramite la missione dell’associazione genovese Music for Peace – Creativi della Notte».
Secondo i componenti del comitato sarebbe inoltre incomprensibile «il totale silenzio delle forze politiche locali e la grande assenza delle istituzioni in merito alla questione», precisando di non aver mai «cercato il sostegno politico di nessuna delle forze presenti sul territorio, ritenendoci ostinatamente estranei e inassimilabili ad una certa politica, non solo locale e da troppo tempo trasversale.
Rivendichiamo dunque la nostra indipendenza e l’autonomia di una iniziativa che, nella sua limitatezza, ha dato voce ad un’espressione politica che “viene dal basso” sul serio, e per questo è e vuole rimanere lontana da scempi e imbarazzi che la politica istituzionale non manca di proporci. E tuttavia, un certo imbarazzo non possiamo non provarlo nel silenzio di istituzioni e forze politiche assenti, probabilmente non interessate a questioni che vadano oltre il limite dell’approvvigionamento di un voto, privo di consenso, per le tornate elettorali locali. Insomma la Palestina è lontana e va bene che rimanga tale. Pensiamo, piuttosto, che anche in uno sguardo sincero e interessato agli eventi che scavalcano i confini della nostra piccola comunità, si esprime la capacità di quella stessa comunità di esistere e agire per l’emancipazione culturale, la coscienza politica, il progresso inteso soprattutto come rispetto e sviluppo delle persone e dei popoli.
Noi, allora, in queste poche ma sentite parole vorremmo poter riconoscerci in quanto comunità prima ancora che come singoli. Per questo, non poca vergogna per le forze politiche e le istituzioni locali, finalmente unite dal disinteresse/incapacità di guardare oltre il proprio circolo o consiglio comunale, noi la avvertiamo. E in questo, ancora una volta, manifestiamo la nostra alterità, nella consapevolezza che in tante e tanti hanno sostenuto un’iniziativa che ha progressivamente preso forza, creato dibattito, sviluppato idee.
Con la loro partecipazione deve essere chiaro che non siamo soli: con loro, da oggi, vogliamo ripartire». In venti giorni nei cinque comuni coinvolti sono stati raccolti disinfettanti, cerotti, antiemorragici, antinfiammatori, garze, aghi, siringhe, antibiotici, lacci emostatici e tanti altri farmaci indispensabili. Sono stati inoltre quelli che non rispondevano ai requisiti di scadenza.
I pacchi sono stati spediti il 5 settembre mediante corriere espresso: la loro prima destinazione è Genova; lì, presso il centro di raccolta, verranno registrati, suddivisi, smistati e poi spediti, insieme ai farmaci provenienti da tuta Italia, nella striscia di Gaza. L’accesso dei container in quell’area sottoposta ad embargo è garantito da un canale internazionale aperto con la mediazione del consolato egiziano.
Redazione